Pellanda? Niente da fare con ragazze sveglie…
(Pubblichiamo un contributo del prof. Ottavio Lurati, autore di “Tra la gente. Parole ‘giovani’, fascini di luoghi e di famiglie, tracce bibliche nell’italiano corrente”, Bellinzona, Salvioni, 2018).
Il cognome (circola a Osogna, Biasca, dove abbiamo la splendida casa Cavalier Pellanda, ad Intragna e Lugano) si chiarisce attraverso usi dialettali che vigevano da noi, nell’alto Ticino, nel Locarnese e in Valmaggia. Certo, anche durante il lungo Medioevo l’abito serve a contrassegnare strati sociali diversi. Ecco ad esempio la cotta che è attributo portato da persone insignite di poteri legati all’imperatore germanico. Essi lo rappresentano in loco; di qui ad esempio i Cotti di Prato Sornico (poi Locarno, tra cui un presidente della Confederazione svizzera). In particolare, alle prostitute, per secoli, viene imposta una lunga veste (palandra, palandrana, pelanda, pellanda, olandese huppeland, francese antico e medio huppelande, ‘veste lunga fino ai piedi, sovente con molte pieghe’, catalano hupalanda, idem). L’obbligo si fa stringente quando escono dal loro quartiere e si spostano sulla pubblica via. Del tutto diversa è la genesi dei nostri Pel(l)anda che incontriamo ad Intragna ecc. È un’interessante (e sin qui mai esaminata) inclinazione vigente in varie comunità di indicare con il suffisso -anda l’insieme dei figli di un certo membro della comunità. Vedi, in zona locarnese, ad esempio i Rianda, i Bianda (di Losone) e appunto i Pellanda: che è abbreviazione e cumulativo di Filippo, ‘colui che ama i cavalli’, e nome di un importante santo cristiano. Da Filippo si coniarono tra l’altro i Filipponi (presenti nella medesima zona e altrove), i Filippini (in vari villaggi nostri). Da Filipponi si ebbero (per la solita caduta dell’iniziale del nome) i Pelloni, che a Breno sono un aumentativo dei Pelli di Aranno, Pura, Breno e altre comunità malcantonesi. Dal Malcantone vari Felloni si sposteranno in Gambarogno, per poi passare in parte anche a Biasca (dove il padre del dottor Sandro Felloni attivo fino a ier l’altro era armaiolo all’arsenale). I Pelanda sono appunto i figli di uno specifico Pelli. Il nome base del Pell(i) venne munito del suffisso -anda per indicarne i discendenti che la gente della comunità vedeva ad esempio giocare confusi con altri ragazzi e ragazze sulla piazza del paese. Richiesto un tale di chi fossero certi ragazzi che turbinavano in piazza, il compaesano, a chi lo interrogava, rispondeva: inn dii Pelanda (per dire che erano figli del Filippo, del Filippello, del Pell ecc.). Non indicava il singolo nome (che spesso non conosceva), ma forniva un’indicazione d’assieme, spiegando che erano figli del Pell < Filipell. Talora, in passato, certi notai scrivevano la l e la P quali r e B. Vedi così nel 1483 Mauritius Johannis Peranda et Johannina Johannis Brandani de Quadro di Ponte in Valtellina chiedere dispensa a Roma per poter contrarre matrimonio nonostante siano legati da consanguineità di quarto grado.