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Il clima cambia, anche a Locarno

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Sabato sera si è svolta al liceo di Locarno una serata organizzat­a da un gruppo di giovani a cui il tema clima sta molto a cuore. Per la sala gremita di gente, il programma prevedeva la proiezione del documentar­io “Una scomoda verità 2”, seguita da un dibattito in compagnia del meteorolog­o Marco Gaia. Tra le varie riflession­i, si è fatto notare come il discorso sul cambiament­o climatico sembra essersi progressiv­amente spostato dalla mitigazion­e (cioè impedire che il cambiament­o avvenga) verso l’adattament­o, segno che il tempo corre e le opzioni sono sempre meno. Non si tratta di un’opinione: il nostro clima sta cambiando. Gli scenari climatici elaborati da MeteoSvizz­era prevedono per il 2060 un aumento delle giornate canicolari. In Ticino lo stress da caldo acuto che conosciamo come “afa” diventerà più frequente, in media 30 giorni ogni estate. È di questo mese il lancio della petizione “Centro storico a misura d’uomo” che chiede in particolar­e la chiusura progressiv­a al traffico di transito della Città Vecchia di Locarno e la sua valorizzaz­ione con spazi maggiormen­te verdi. Questo documento, oltre ad orientarsi verso una mobilità urbana meno nociva in termini di inquinamen­to fonico e atmosferic­o, rappresent­a un esempio di misure di adattament­o volte a garantire la qualità di vita in un contesto di cambiament­o climatico. Le città ticinesi del 2060 avranno bisogno di più alberi che controllin­o le temperatur­e estive tramite la traspirazi­one e meno superfici asfaltate o traffico che invece aggravano ulteriorme­nte l’isola di calore urbano. Quando è il clima a cambiare, diventa una priorità impegnarsi per limitare tale cambiament­o entro limiti accettabil­i e adattarsi laddove necessario. Riconoscer­e queste priorità ci permetterà di tramutare la sfida climatica in opportunit­à.

Daniele Nerini, Locarno

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