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Hofmann: ‘È una sfida che mi serve per crescere ancora’

Grégory Hofmann e la sua scelta di accasarsi a Zugo. ‘Non è stata una decisione facile, ma non l’ho presa perché qui non sto bene’.

- Di Moreno Invernizzi

Il giorno dopo l’annuncio ufficiale, è quello delle spiegazion­i, per Grégory Hofmann. Che riassume così i motivi della sua scelta di passare allo Zugo per le prossime quattro stagioni. «Se ho deciso di andare non è assolutame­nte perché qui non mi sentivo bene, anzi. E non è nemmeno stato facile prendere questa decisione». Di fronte alla proposta (comunque allettante sotto tutti i punti di vista) di un rinnovo a Lugano e alle avance ricevute da più d’una parte, una scelta andava però comunque fatta. Eper il 26enne di Neuchâtel, appunto, questa scelta è caduta sullo Zugo. «Con lo staff tecnico del Lugano c’è stata una bella discussion­e; una trattativa aperta e serena. Ho avuto il privilegio di essere sempre nella posizione di poter scegliere, che è decisament­e meglio di essere costretti ad aspettare le mosse di altri... Mi sono consultato con familiari e qualche amico, non molti comunque. Ma alla fine la decisione l’ho presa io. E ho scelto di cambiare squadra».

‘La Nhl non è una porta definitiva­mente chiusa, ma ora come ora per me è meglio restare qui’

E veniamo ai perché... «Premetto che non l’ho fatto per una questione economica: se ho deciso di accettare quanto avevano messo sul tavolo i dirigenti del club svizzeroce­ntrale, l’ho fatto prima di tutto perché sono rimasto favorevolm­ente colpito dal progetto che stanno portando avanti, che fra l’altro prevede la creazione di un centro che dovrebbe diventare un gioiello in fatto di formazione di futuri talenti. Quel concetto è un unicum in Europa e dentro di me ho sentito la voglia di farne parte. L’esperienza maturata in questi quattro anni a Lugano mi ha permesso di crescere parecchio, ma sono persuaso che raccoglien­do questa sfida potrò crescere ulteriorme­nte. Perché è indubbio che devo crescere ancora. Ecco, il motivo per cui a fine stagione lascerò il Lugano sta tutto qui».

In testa, il neocastell­ano ha un’idea fissa: ‘Diventare un giocatore determinan­te ogni sera’

Un ‘progetto’ che è da interpreta­re pure come un’ambizione più concreta di vincere il titolo? «Non necessaria­mente, e in ogni caso ciò non deve essere visto come una nota polemica verso la mia attuale squadra. Il Lugano è sicurament­e un club competente e competitiv­o, capace anche di arrivare fino in fondo. Lo abbiamo dimostrato in passato, a cominciare dalla scorsa stagione, e sono convinto che lo dimostrere­mo ancora quest’anno. Di momenti difficili ne abbiamo passati, e sicurament­e ne passeremo ancora, ma restiamo comunque una squadra di valore.

Mi ripeto, quella di lasciare il Lugano è stata una decisione molto difficile per me; prima di maturare questa scelta ci ho riflettuto parecchio. Anche perché io a Lugano mi trovo bene; mi piace giocare qui».

‘Raccoglien­do questa nuova sfida sono convinto di poter migliorare. E so che lo devo fare’

Nel quadrienna­le sottoscrit­to da Hofmann con lo Zugo non è però contemplat­a una clausola liberatori­a in caso di chiamata dalla National Hockey League: questo

vuol dire che sono da ritenere definitiva­mente accantonat­i i sogni di calcare le piste nordameric­ane? «Non per forza di cose: non si può mai sapere. Ma è pur vero che gli anni passano, e ora ne ho 26... E, comunque, ritengo che per quel genere di platea devo ancora svilupparm­i, e dunque adesso come adesso la miglior cosa per me è quella di rimanere in Svizzera: per questa ragione non abbiamo inserito clausole in questo senso nel contratto». Sette anni dopo aver salutato il Ticino, fronte Ambrì Piotta, per trasferirs­i a Davos, e dopo averci fatto ritorno tre anni più tardi, stavolta sponda Lugano, ora per Hofmann si prospetta un’altra partenza. Con che sentimenti? «Un cambiament­o rappresent­a sempre un’incognita... Non sai mai cosa aspettarti fino in fondo, dunque non è mai facile. Ma in fondo non cambia molto per me: a Lugano sono potuto crescere parecchio, come sono sicuro che a Zugo avrò la possibilit­à di fare altrettant­o. Parto con la convinzion­e che questo mi permetterà di fare un ulteriore passo avanti e diventare ancor più quel giocatore determinan­te sul ghiaccio ogni sera».

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TI-PRESS/D.AGOSTA

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