Operazione israeliana contro i tunnel di Hezbollah
Tel Aviv – Nuova tensione al confine tra Israele e Libano con l’inizio dell’operazione denominata “Scudo del Nord”, con la quale l’esercito israeliano intende “individuare e distruggere” i tunnel di attacco degli Hezbollah che si addentrano oltre la frontiera nel territorio dello Stato ebraico. E che giunge provvidenzialmente a sostituire nei titoli dei giornali raccomandazione della polizia (la terza) di procedere all’arresto del premier Benjamin Netanyahu. Il primo tunnel a essere localizzato in territorio israeliano è stato quello nei pressi di Metulla: lungo 200 metri partiva da una casa del paesino libanese di Kafr Kila, oltrepassava la Linea Blu e si addentrava per 40 metri in Israele. Più grande di quelli scavati da Hamas a Gaza e dotato di linee di elettricità e comunicazione, sarà ora “neutralizzato” dai genieri dell’esercito. L’operazione, secondo gli analisti militari, è un messaggio diretto non solo ad Hezbollah – accreditati di essere in possesso di un arsenale di oltre 100mila razzi e missili – ma anche al suo principale alleato, l’Iran. Netanyahu ha affermato che Israele sta “assumendo azioni determinate e responsabili, simultaneamente in tutti i settori” e che “continuerà con altre operazioni, aperte e coperte, in modo da assicurare la propria sicurezza”. Non a caso ha convocato una riunione con il capo di Stato maggiore Gadi Eisenkot. Se al momento “Scudo del Nord” resta in territorio israeliano, il portavoce militare Ronen Manelis ha tuttavia precisato che l’esercito “deve essere pronto ad ogni scenario. Qualcuno di questi tunnel – ha aggiunto – non sarà nel nostro territorio”. Intanto è stata mobilitata l’artiglieria ed è stata richiamata una piccola parte di riservisti, sia dell’intelligence sia dell’aviazione. Se non ci sono ancora reazioni ufficiali da parte degli Hezbollah, l’esercito libanese ha detto invece di controllare con attenzione le operazioni oltre la Linea Blu di demarcazione tra i due Paesi, dove la situazione rimane “stabile”. Se poi per Netanyahu dovesse mettersi male, non lo sarà più.