Ingannò il notaio, condannato
«Credevo fosse tutto regolare». Così si è difeso un 76enne luganese ieri a processo davanti alla Corte delle assise correzionali di Lugano, dove è stato riconosciuto colpevole di conseguimento fraudolento di una falsa attestazione: nella sua veste di amministratore unico di una società anonima ha ingannato il notaio inducendolo ad attestare, contrariamente al vero, in un rogito relativo alla costituzione simultanea di società anonima, l’avvenuta liberazione a contanti a libera disposizione della società di 50mila franchi, sottacendo che questo importo sarebbe stato retrocesso agli azionisti subito dopo la costituzione e occultando così l’operazione con false operazioni contabili. In concorso con questo reato è stata compiuta, di conseguenza, anche la falsità in documenti e l’amministrazione infedele. Il pensionato è stato condannato a una pena di 100 aliquote da 110 franchi l’una, pena posta al beneficio della sospensione condizionale per un periodo di prova di due anni. Analoga richiesta era stata avanzata dal procuratore generale Andrea Pagani che, in accordo delle parti, ha celebrato il processo per rito abbreviato. La condanna è stata contenuta per diverse attenuanti specifiche, tra cui il lungo tempo trascorso dai fatti, che risalgono al 2009, la violazione del principio della celerità processuale, e la collaborazione offerta agli inquirenti dall’imputato. Attenuanti messe in evidenza nella sua arringa dall’avvocato difensore, Elio Brunetti, e accolte dal presidente della Corte, Amos Pagnamenta. Il lungo tempo trascorso ha dimostrato fra l’altro quanto il 76enne, dopo l’apertura del procedimento penale, quasi dieci anni fa, non ha più avuto guai con la giustizia, mostrando una irreprensibile condotta.