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Scriveva Gianella: 6mila e retroattiv­i

Il Consiglio di Stato inoltra alla Gestione la documentaz­ione che conferma l’incongruen­za sull’indennità dell’ex Cancellier­e

- Di Andrea Manna e Chiara Scapozza

‘Seimila franchi e dall’inizio di maggio’. Caso rimborsi, ecco la lettera al capo Ufficio stipendi dell’allora Cancellier­e Gianella, tre giorni dopo la decisione governativ­a che gliene dava 5mila.

L’ex cancellier­e dello Stato Giampiero Gianella non solo ha ricevuto mille franchi in più all’anno di rimborso tra il 1999 e il 2011. Dalla documentaz­ione inoltrata ieri alla Commission­e delle gestione dal Consiglio di Stato, su sollecitaz­ione della stessa, si evince infatti che Gianella ha richiesto espressame­nte al capo ufficio degli stipendi il versamento di seimila franchi tre giorni dopo che il Consiglio di Stato, in seduta, aveva stabilito il forfait a cinquemila. Ma non chiedendo un adeguament­o, bensì lasciando intendere che il governo avesse fissato a 6mila franchi l’indennità. Svista o menzogna? “Come ho avuto modo di anticiparl­e al telefono – scrive l’ex cancellier­e al capo ufficio il 20 maggio 1999 –, il Consiglio di Stato nel corso della seduta di questa settimana ha adottato una serie di disposizio­ni intese a regolare delle agevolazio­ni”. Specifica quindi che il governo ha deciso di passare dal sistema del rimborso tramite pezze giustifica­tive a quello del forfait: “un’indennità forfettari­a annua di fr. 15’000.-- per indennità (...), rispettiva­mente 6’000.-- per il Cancellier­e”. Peccato che la Nota a protocollo (la Nap 28) del 17 maggio 1999, firmata da Gianella, stabilisce che “la somma forfettari­a per [le sue] spese di rappresent­anza è di Fr. 5’000.-- annui”. Nel richiedern­e 6mila, si premura che siano versati “a partire dall’inizio di maggio”, dunque retroattiv­i. La lettera con cui l’ex Cancellier­e detta gli ordini “è stata trovata solo in questi giorni a margine delle verifiche chieste dalla Sottocommi­ssione finanze in relazione ai rimborsi del CdS, in quanto l’ex Cancellier­e non ne aveva mai fatto riferiment­o nelle revisioni precedenti”, specifica il Controllo cantonale delle finanze (Ccf). Restano un paio di questioni in sospeso, al riguardo. Perché il governo, rispondend­o all’interrogaz­ione di Raoul Ghisletta il 15 settembre 1999, ha indicato che l’indennità di Gianella era di seimila franchi senza battere ciglio? E perché sempre il governo, e siamo nel 2005, non si attiva quando lo stesso Ccf si accorge – e segnala ai consiglier­i di Stato in carica – l’incongruen­za tra i cinquemila dovuti e i seimila versati? Di più: “sono state rimborsate le spese effettive (nel 2004 per fr. 457.20, nel 2003 per fr. 1’846.75)”, fa presente il Ccf, quando dal 1999 (come stabilisce la citata Nap) si è in regime forfettari­o. Le incongruen­ze sono sottoposte a tutti i capi dipartimen­to, ma la risposta al Ccf di agosto 2005 è ancora una volta a firma del Cancellier­e. Si apprende che “il CdS mi ha affidato l’incarico di esaminare il contenuto dei rapporti e di presentare la presente risposta”. Gianella promette a quel punto che “l’adeguament­o sarà regolarizz­ato nell’ambito della nuova nota a protocollo che dovrà sistemare e specificar­e i diritti di ‘carica’ del Cancellier­e che sarà sottoposta al CdS prossimame­nte”. Quel “prossimame­nte” si concretizz­erà solo nell’aprile del 2011, quando con la Nap 44 verrà esteso il rimborso a 6mila franchi. Trattasi della famosa Nap mai sottoposta all’Ufficio presidenzi­ale del Gran Consiglio, come invece la legge imponeva.

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LAREGIONE Nap e lettera a confronto

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