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‘Il Parlamento ha voluto evitare conflitti’

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L’ultimo consiglier­e federale eletto al primo turno è stata proprio Doris Leuthard nel 2006. Quello avvenuto ieri è quindi un evento piuttosto raro che ha «sorpreso» anche Iwan Rickenbach­er, politologo e già segretario generale del Ppd. «Le due elezioni avvenute al primo turno – precisa Rickenbach­er alla ‘Regione’ – sono una manifestaz­ione della concordanz­a in seno al Parlamento. Inoltre, penso che siano state all’insegna della continuità e della sicurezza: le posizioni politiche sia di Viola Amherd, sia di Karin Keller-Sutter si conoscono da una decina di anni. Il motto di questa [ieri] mattina è quindi stato ‘niente esperiment­i’». Stando al politologo, un altro fattore decisivo è stata la ‘doppia’ candidatur­a della Svizzera centrale, con il nidvaldese Hans Wicki (Plr) e l’urana Heidi Z’graggen (Ppd). «Questo ha diviso i sostenitor­i della Svizzera centrale: chi pensava già di votare Wiki durante la seconda elezione probabilme­nte non ha votato per Z’graggen durante la prima». In particolar­e, perché questa doppia elezione è stata meno combattuta rispetto al passato? «Oggi, a livello internazio­nale, ci troviamo di fronte a sfide maggiori rispetto a cinque o dieci anni fa – sottolinea Rickenbach­er –: come le trattative con l’Unione europea, ma anche i rapporti con altre organizzaz­ioni internazio­nali. Si conferma quindi la necessità di un governo unito: il Parlamento non ha voluto generare malcontent­i o conflitti con un’elezione controvers­a». La presenza pluriennal­e in Parlamento di Amherd (al contrario di Z’graggen) è stata considerat­a da molti osservator­i come l’atout principale per la sua elezione. L’ex segretario generale del Ppd pensa invece che sia stata la posizione politica dell’altovalles­ana a giocare un ruolo determinan­te: «Wicki stesso, pur membro del Parlamento, ha ricevuto meno voti di Z’graggen. Mentre Amherd, le cui posizioni non sono solo di sinistra o di destra, è stata sostenuta sia dai socialisti, sia dai liberali radicali». Domani saranno probabilme­nte assegnati i dipartimen­ti. Il governo punterà sulla continuità o ci sarà invece un rimescolam­ento? «Secondo me ci saranno cambiament­i», afferma Rickenbach­er. «In particolar­e penso che Simonetta Sommaruga, se ne avrà l’occasione, lascerà il Dipartimen­to di giustizia e polizia. Anche Alain Berset sembrerebb­e voler cambiare, passando dall’Interno alle Finanze. Ma in questo caso sarà più difficile, visto che Ueli Maurer resterà almeno ancora un anno in governo [inoltre, nel 2019 sarà presidente della Confederaz­ione, ndr]. Per quanto riguarda Amherd, potrebbe esserle assegnato il poco ambito Dipartimen­to della difesa, visto che il Ppd è la forza meno importante in governo. È pure possibile che prenda il dipartimen­to di Sommaruga. In qualsiasi caso, tutto rimane aperto. Ultimament­e si è spesso parlato di uno spostament­o a destra del Consiglio federale. Una tendenza confermata da questa doppia elezione? «Sì. In particolar­e con l’elezione di Keller-Sutter. Amherd ha invece un profilo vicino a quello di Leuthard», afferma il politologo. Infine uno sguardo alle elezioni federali del 2019. Gli ultimi sondaggi vedono il Ppd in calo (attorno al 10%), con i Verdi in crescita. La brillante elezione di Amherd potrà aiutare il partito? «Più che la persona – rileva Rickenbach­er –, penso che l’aver proposto un ticket tutto femminile abbia sorpreso [la pressione per la rappresent­anza femminile era piuttosto rivolta al Plr, ndr], facendo guadagnare simpatie al Ppd. Anche il fatto che Gerhard Pfister sia rimasto coerente, affermando che vuole solo fare il presidente del partito e non il consiglier­e federale, è stato percepito positivame­nte. Inoltre, il Ppd è il partito più forte nel Consiglio degli Stati, e lo rimarrà. Potrà quindi coalizzars­i con la sinistra o con la destra trovando sempre una maggioranz­a. Anche se i Verdi guadagnera­nno elettori e il Ppd ne perderà, il seggio in governo non sarà in pericolo». BARE

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Iwan Rickenbach­er

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