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Reati sessuali e sanzioni

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Sollecitan­o una revisione del Codice penale per inasprire le pene per i reati contro l’integrità sessuale e quindi per introdurre sanzioni più severe anche nei casi di pedofilia. Una presentata dal popolare democratic­o Fiorenzo Dadò, l’altra da Michela Delcò Petralli dei Verdi, entrambe le proposte di iniziativa cantonale all’indirizzo di Berna – si tratterebb­e infatti di intervenir­e su una legge federale, tale è il Codice penale – sono tornate ieri sotto la lente della Commission­e legislazio­ne del Gran Consiglio. Commission­e che, firmando il rapporto di Sabrina Gendotti (Ppd), chiede al Consiglio di Stato di scrivere alle Camere federali “ad evasione delle due iniziative cantonali proponendo l’introduzio­ne di pene minime e l’innalzamen­to delle pene massime del Titolo quinto del Codice penale svizzero”, quello sui reati contro l’integrità sessuale. Annota la relatrice: “Seppur il ventaglio delle fattispeci­e oggetto del Titolo quinto sia vario e complesso, si ritiene opportuno valutare l’introduzio­ne di una pena detentiva minima, la quale non dovrebbe essere inferiore a un anno, per tutte le fattispeci­e, mantenendo l’esenzione nei casi in cui sono coinvolti i giovani adulti”. La pena minima potrebbe essere, unitamente all’aumento delle pene massime, “un importante deterrente per gli autori di tali reati”. La pena massima? “Dovrebbe essere di almeno dieci anni”. La parola al plenum del Gran Consiglio.

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TI-PRESS ‘Pene da inasprire’

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