Furti, chiusa l’inchiesta
Si è conclusa l’inchiesta, coordinata dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, relativa a una banda di scassinatori che, nella prima metà del 2018, si è resa responsabile di 41 furti con scasso commessi su tutto il territorio cantonale. Ne danno notizia con un comunicato il Ministero pubblico e la Polizia cantonale. “Il lavoro di polizia – si legge nel testo – ha permesso di stabilire come il sodalizio criminale fosse composto da almeno 4 persone: un cittadino italiano residente in Ticino e tre cittadini albanesi provenienti dall’Albania”. In base alle ricostruzioni effettuate durante le indagini, si è venuto a sapere come “gli autori, approfittando del fatto che in quel periodo dell’anno le portefinestre dei balconi vengono spesso lasciate aperte o chiuse solo a ribalta, raggiungevano i piani rialzati e, con la forza fisica o un attrezzo piatto, riuscivano a entrare nell’abitazione”. E fin qui la dinamica dei fatti. Ma ciò che non si riscontrava da molto tempo, e rende importante questa inchiesta, è “il fatto che i ladri non si facevano scrupoli a introdursi nelle case anche in presenza dei proprietari”. Con il rischio, e i pericoli, che ovviamente ne conseguono. Determinanti per l’identificazione della banda e per il recupero della refurtiva – tra danni e bottino si arriva a 260mila franchi – “le segnalazioni giunte da privati cittadini che, unite al lavoro d’indagine, hanno permesso il buon esito dell’inchiesta”.