Per May un calvario chiamato Brexit
Londra – L’Irlanda del Nord potrebbe diventare la tomba della Brexit “di” Theresa May. Giorno dopo giorno, la prima ministra britannica sta perdendo sostegno ai Comuni, anche tra le file dei Conservatori. E l’intesa raggiunta con Bruxelles per una uscita “ordinata” di Londra dall’Unione europea ben difficilmente passerà il voto dell’11 dicembre. Ieri la posizione di May è stata ulteriormente compromessa dalla pubblicazione della versione integrale del parere legale raccolto dall’attorney general Geoffrey Cox per conto del governo Tory sui potenziali contraccolpi giuridici dei punti più contestati dell’intesa: fra le cui righe si ammette che il Regno Unito potrebbe rimanere in sostanza agganciato “indefinitamente” all’Unione; che i negoziati sulle relazioni future definitive potrebbero prolungarsi senza scadenza; e che nel frattempo, chiusa dal 2021 la fase di transizione, l’Irlanda del Nord sarebbe tenuta – diritto internazionale alla mano – a restare nell’Unione doganale e nel mercato unico in base al meccanismo del “backstop” (preteso dall’Ue a garanzia del confine aperto con Dublino) anche nel momento in cui il resto del Regno Unito ne uscisse. Una sorta di indipendenza, temono gli unionisti, che infatti vi si sono scagliati addosso. Il documento, in realtà, non rivela granché di nuovo o che non fosse stato già riconosciuto. Ma lo fa per iscritto, senza giri di parole, in nome della legge. Alimentando così la rivolta dell’ala più radicale della coalizione: i falchi alla Boris Johnson dentro i ranghi conservatori e gli alleati della destra unionista nordirlandese del Dup. Non per caso May aveva cercato di cavarsela con una sintesi del parere: salvo venire obbligata a far rilasciare il testo per intero da una mozione presentata martedì dal ministro ombra laburista Keir Starmer – sotto l’accusa senza precedenti di “oltraggio al Parlamento” – e approvata poi col voto umiliante d’un pezzo di maggioranza proprio nel giorno d’avvio del dibattito sulla ratifica dell’accordo sulla Brexit. Un calvario.