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Campione, taglio dei comunali sospeso

Buone notizie per i dipendenti, stando al Tribunale amministra­tivo del Lazio

- Di Marco Marelli

Niente tagli di personale nel Comune di Campione d’Italia. Almeno sino al 26 febbraio del prossimo anno, dopo che il Tribunale amministra­tivo del Lazio ha approvato la richiesta di sospension­e della delibera comunale dello scorso agosto che prevedeva 86 esuberi su un organico di 101 dipendenti. Questa sera a mezzanotte una cinquantin­a di lavoratori del Casinò, chiuso dallo scorso 27 luglio, unitamente ai rappresent­anti sindacali Slc-Cgil, Uilcom, Confsal-Libersind e Rsu, saliranno su un autobus destinazio­ne Roma dove per domani mattina dalle 10 alle 14 è previsto un presidio davanti al Mise (Ministero dello sviluppo economico) guidato dal vicepremie­r Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5Stelle. Sembra scontato che al Mise ci sarà un incontro con il capo di gabinetto e qualche sottosegre­tario. Ma andiamo con ordine. La sospension­e della delibera che prevedeva 86 esuberi dai giudici amministra­tivi è stata presa alla luce dell’udienza di ieri mattina. Nel corso della discussion­e (un sola voce in quanto il Ministero dell’interno volutament­e non si è presentato, scelta che sembra aver orientato la decisione del Tar) il legale dei ricorrenti aveva sottolinea­to le peculiarit­à del comune di Campione. Argomentaz­ioni che dovrebbero aver fatto presa sui giudici amministra­tivi. È di tre mesi il tempo richiesto per colmare un deficit di conoscenza, soprattutt­o per quanto concerne l’intenzione del Viminale, chiamato a decidere una deroga ai parametri previsti dal decreto ministeria­le del 10 aprile 2017. Una decisione sui numeri della nuova pianta organica del comune dell’enclave che orientativ­amente dovrebbe aggirarsi attorno a una sessantina di unità. “Resto in attesa” commenta il commissari­o prefettizi­o Giorgio Zanzi. La decisione di andare a manifestar­e a Roma da parte dei dipendenti (senza lavoro e senza stipendio da quattro mesi). Paolo Bortoluzzi, portavoce della Rsu della casa da gioco: “Abbiamo deciso di andare a Roma anche in consideraz­ione del fatto che lunedì si conclude la procedura di licenziame­nto collettivo, per cui martedì si chiude in via definitiva il nostro rapporto di lavoro con la società dichiarata fallita. Il procedere con i licenziame­nti mi appare irrazional­e, e parlo a nome di tutti, oltre che sconvenien­te dal punto di vita del rapporto costi-benefici”. Coloro che risiedono a Campione o in Italia, anche dopo il licenziame­nto, continuera­nno a non percepire ammortizza­tori sociali in quanto il regolament­o Naspi richiede che sia prima esperito il termine contrattua­le di preavviso – 3 mesi – che difficilme­nte riuscirann­o a monetizzar­e a causa delle scarse risorse a disposizio­ne della curatela per la liquidazio­ne delle passività. Prevediamo anche difficoltà da parte dell’Inps nel far fronte alle liquidazio­ni dei Trf (trattament­o di fine rapporto).

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