‘È in atto un cambiamento, ma ci teniamo stretta Arosa’
Il metodo della radiolina utilizzato dal Gtsc è nato in Ticino, ed è stato esportato. «È stato inventato a Cardada. Non è l’unico metodo. In Italia la guida si piazza davanti, con un megafono, per farsi sentire dai ciechi. Lo trovo quasi denigrante, sembra quasi che si debba spianare loro la strada. Noi siamo invece dell’idea che il cieco debba sciare come gli altri, davanti alla guida che dà le indicazioni e accompagna. Questo modello è stato adottato anche da altre scuole in Svizzera. Una su tutte, quella di Arosa, punto di riferimento per i ciechi che vogliono imparare o praticare lo sci. Lì trovano maestri di sci a tutti gli effetti, noi non lo siamo. Formano ogni anno nuovi istruttori specializzati proprio nel lavoro con i ciechi e gli ipovedenti, ma siamo noi, una volta all’anno, a introdurli alla formazione per diventare guida. La loro struttura è quella di riferimento, in Svizzera. Con loro c’è una collaborazione che dura da anni e che intendiamo portare avanti. Ecco perché una delle nostre uscite stagionali è sempre ad Arosa». E le altre? «È in atto un cambio radicale, anche in questo ambito. In passato eravamo tradizionalmente legati all’Engadina, perché il capo tecnico in carica fino alla passata stagione è di Poschiavo. Siccome è venuto meno il legame con St. Moritz, ora andiamo ad Andermatt e, come detto, manteniano Arosa. Vogliamo anche riallacciare un vecchio legame con Frutigen, con cui c’era una collaborazione molti anni fa. Vi torneremo per una delle nostre uscite invernali, per riprendere il discorso. In Ticino? «Nota un po’ dolente .... Nel senso che ci sono delle difficoltà di ordine logistico. Occorre una premessa: per noi è più facile sciare su piste di una certa larghezza. Su un tracciato stretto, con tanta gente e qualche ostacolo naturale nelle vicinanze, diventa complicato. A Bosco Gurin hanno allargato un po’ le piste, per cui quest’anno ci faremo una capatina».