laRegione

Chi tardi arriva male alloggia

- Di Stefano Guerra

La Svizzera ha per la prima volta una donna ministro della Difesa. Non è esattament­e quanto Viola Amherd si augurava, ma la neoeletta potrebbe ridare un po’ di slancio a un dipartimen­to imballato, sempre nel mirino delle critiche e che l’Udc ‘comanda’ ininterrot­tamente da 23 anni. Le aziende parastatal­i (Posta, Ffs, Swisscom) e la Ssr, che tanti grattacapi hanno dato a Doris Leuthard (Ppd), restano in buone mani: dalla socialista Simonetta Sommaruga è lecito attendersi maggior vigore che in passato nel porre freno alla deriva aziendalis­tica di alcune ex regie federali, terreno di coltura di scandali come quello della contabilit­à truccata ad AutoPostal­e. L’ex viticoltor­e Guy Parmelin (Udc) sarà più a suo agio con agricoltor­i e vacche (alla testa del Dipartimen­to dell’economia - Defr) di quanto lo sia stato nei tre anni passati al Dipartimen­to della difesa (Ddps) con armamenti, aerei da caccia e graduati che spendono in modo allegro i soldi dei contribuen­ti. E la neoeletta Karin Keller-Sutter (Plr) potrà ora mettere a frutto l’esperienza maturata da consiglier­a di Stato nel suo cantone, San Gallo, occupandos­i di temi (asilo ecc.) che l’hanno resa famosa e che presto si ritroverà sul tavolo da nuova responsabi­le del Dipartimen­to di giustizia e polizia (Dfgp). Facciamo per dire che non sono pochi gli aspetti positivi dell’ampio rimpasto dei dipartimen­ti (quattro su sette sono passati di mano) avvenuto ieri in seno al Consiglio federale (cfr. p. 6). Certo, le due nuove arrivate hanno dovuto accontenta­rsi delle briciole: il Ddps e il Dfgp. La decisione – presa in seconda battuta, dopo lunga discussion­e e a maggioranz­a, in assenza di una comune intesa – di affidare il primo ad Amherd e il secondo a Keller-Sutter, non sembra un buon viatico per un governo che entra in un anno elettorale con dossier cruciali in sospeso. Ma tant’è, è andata così. Alcune osservazio­ni, per inquadrare meglio. L’Udc si sbarazza dell’ingombrant­e Dipartimen­to della difesa e ne guadagna uno di prestigio (oltre a conservare quello strategico delle finanze), dal quale dipendono le misure di accompagna­mento alla libera circolazio­ne delle persone che l’Ue – nell’accordo quadro pubblicato venerdì dal Consiglio federale – vorrebbe allentare, erodendo l’autonomia di cui sin qui ha goduto la Svizzera in tale ambito. Come possa un ministro (per giunta non noto per le sue doti di conduzione e mediazione) di un partito neoisolazi­onista portare avanti con successo un dossier cruciale per il futuro della politica europea della Confederaz­ione, resta un mistero. Con Keller-Sutter (che invece era “predestina­ta”, ha scritto il Plr, a proseguire “la politica economica liberale” di Johann Schneider-Ammann al Defr), le prospettiv­e erano migliori. Udc e Ps escono vincitori dal doppio arrocco. I socialisti col Datec si accaparran­o un altro dipartimen­to chiave, oltre a quello degli interni (che Alain Berset, tra un anno, potrebbe cedere a Ignazio Cassis in cambio degli esteri). Il Plr perde l’economia, ma eredita un dipartimen­to che negli anni a venire – al pari di quello degli esteri – non resterà al margine dei dibattiti che contano (a partire dal referendum contro la ripresa della direttiva Ue sulle armi, fino alla votazione sull’iniziativa Udc per disdire la libera circolazio­ne). Il Ppd, infine: ne esce ridimensio­nato. Amherd, come molti dei suoi temevano, è rimasta con la ‘pepatencia’ in mano. Il Ddps non offre progetti stradali e ferroviari da vendere ai quattro angoli del Paese. E i popolari-democratic­i, in affanno in molti cantoni e sul piano federale, ora dovranno fare i conti anche con una minore (e meno benevolent­e) presenza mediatica rispetto a quella che garantiva Doris Leuthard al Datec.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland