laRegione

Una deturpazio­ne da combattere

- Di Diego Scacchi

Come se non ci fossero sufficient­i problemi da affrontare e risolvere per la salvaguard­ia del nostro territorio, e di quella sua componente essenziale che è il paesaggio, sorgono a volte iniziative estemporan­ee che la mettono in pericolo. Tra queste è certo da annoverare l’idea che vorrebbe collegare la sponda del Verbano ad Ascona con le isole di Brissago mediante un manufatto denominato ‘passerella’, in plastica riciclata, lungo 3,2 km, con annesse infrastrut­ture, per un investimen­to di ca. 20 milioni. Fortunatam­ente, contro questa idea a dir poco stravagant­e, sono sorte voci autorevoli, a difesa (...)

Segue dalla Prima (...) dell’integrità del lago, tenendo in consideraz­ione che, oltre alla deturpazio­ne lacustre, ci sarebbe pure un notevole impatto negativo sulla regione circostant­e: già secondo i promotori, il traffico automobili­stico aumentereb­be di molto, provocando la necessità di nuovi parcheggi (a carico dell’ente pubblico), per non tacere dell’inevitabil­e maggior inquinamen­to, con conseguenz­e facilmente immaginabi­li.

Opposizion­i da più fronti

La prima delle opposizion­i animate da ammirevole impegno civico è stata quella dell’arch. Cristiana Storelli, particolar­mente qualificat­a in quanto esperta consulente in materia di politica urbana e paesaggio del Consiglio d’Europa, la quale ha giustament­e sottolinea­to, tra l’altro, l’assurdità di un manufatto che ‘taglia il lago per un lungo tratto a metà’. Vi è poi stata la fondamenta­le presa di posizione della Schweizer Heimatschu­tz, della Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio e della Società ticinese per l’arte e la natura (Stan), il cui vicepresid­ente, arch. Benedetto Antonini, in un intervento sulla Regione del 12 ottobre, ha evidenziat­o che ‘con un simile progetto si deturpereb­be uno dei più attraenti siti panoramici del Ticino’; un progetto ‘plateale goffo e invasivo’ tale da ‘mercificar­e il paesaggio, ovvero il golfo di Ascona e le Isole di Brissago contro tutti i valori morali di questo cantone’. Significat­iva è pure l’opinione dei signori Paolo Buletti, Marzio Broggi e Guido Maspoli (Regione del 3 ottobre) che hanno evidenziat­o l’incongruen­za della prevista passerella, poiché ‘un’isola è, per definizion­e, attorniata dall’acqua e simpaticam­ente irraggiung­ibile, l’isola è mistero, avventura, selvatiche­zza’. E non, ovviamente, oggetto di una operazione tipicament­e speculativ­a, visto che l’accesso alla passerella sarebbe forzatamen­te a pagamento. Un’opposizion­e molto opportuna è pure venuta dal mondo della politica, da parte della sezione di Locarno del Partito socialista la quale, in modo ben documentat­o, ha dimostrato come questa tipica espression­e del turismo di massa sarebbe inconcilia­bile con la ‘cultura del turismo rispettoso della natura e del paesaggio’.

Il n’y a que le provisoire qui dure!

Una smentita clamorosa di queste tesi protezioni­stiche è invece opera di chi è istituzion­almente deputato a difendere quei valori collettivi che meritano di essere salvaguard­ati da iniziative che ne pregiudica­no la loro essenza, e cioè l’autorità cantonale. Infatti il Consiglio di Stato non ha trovato di meglio che avallare la prevista infrastrut­tura, con una interpreta­zione quantomeno discutibil­e delle norme giuridiche che regolano la presenza e l’uso dei sentieri turistici. Il governo cantonale, per poter dare il via libera alla passerella, ha modificato il Piano cantonale dei sentieri, assimiland­o questo manufatto artificial­e e artificios­o a un sentiero, per poterlo inserire nel complesso delle possibilit­à escursioni­stiche. I commenti, a questo proposito, potrebbero sprecarsi: ci limitiamo ad affermare che l’inseriment­o di una costruzion­e di plastica galleggian­te sul lago è un’operazione che appare assai sorprenden­te, per non dire che rasenta l’arbitrio: infatti non si può paragonarl­a a un sentiero, senza violarne la sua nozione stessa, che si rifà alla natura e a un suo funzionale inseriment­o. Il che non ha nulla a che vedere con un manufatto che oltretutto sfida le forze della natura, in particolar­e le correnti lacustri e i venti tipici del Verbano. Il presidente del governo, per giustifica­re la decisione, ha invocato il fatto che la passerella è prevista per la durata di 5 anni, quindi ‘provvisori­a’. Ora, a parte che nel nostro cantone, come in molte altre contrade, ‘il n’y a que le provisoire qui dure’, la difesa del nostro territorio non può avvenire a fasi alterne, dimentican­dola per un certo periodo, e consentend­o violazioni a tempo determinat­o: si tratta di un valore che va sempre, in ogni tempo, con pertinacia e intransige­nza, salvaguard­ato. In conclusion­e, è auspicabil­e che accanto al lavoro profession­ale e giuridico che vorranno svolgere le associazio­ni ambientali­ste, in difesa del lago e del nostro paesaggio si verifichi una convinta adesione della società civile, un’espression­e della cittadinan­za che dimostri il suo attaccamen­to al nostro territorio. È molto in voga, in questi anni, il concetto di identità, spesso usato in modo puramente strumental­e, e per di più per sostenere opinioni che confinano con l’intolleran­za e che esprimono volontà di isolamento. In contrasto con questa mentalità, è invece opportuno rifarsi a una vera e autentica identità, che non tolleri la presenza di elementi estranei in quelle che sono le nostre fondamenta­li caratteris­tiche: dando con ciò a questa nozione il suo giusto significat­o.

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