laRegione

Polizia preventiva

Sì del Gran Consiglio al fermo per 24 ore in assenza di reati penali e alle inchieste mascherate

- Di Luca Berti e Andrea Manna

La modifica delle norme ha acceso il dibattito in parlamento. Il testo legislativ­o è stato parzialmen­te emendato.

La Polizia cantonale potrà trattenere una persona per 24 ore e svolgere indagini sotto copertura. Il Gran Consiglio ha approvato a larga maggioranz­a la revisione della legge in materia, dando così un quadro normativo ad alcune procedure «che già venivano applicate», come ha precisato il deputato indipenden­te ed ex magistrato Jacques Ducry. Ci sono volute tre ore di intenso dibattito prima che il parlamento decidesse di dare alle forze dell’ordine maggiore spazio di manovra a margine del Codice di procedura penale (cfr. articolo a fianco per i dettagli): misure invasive delle libertà personali, si è fatto notare in aula, che hanno dato vita a una discussion­e a tratti squisitame­nte giuridica e spesso giocata tra diritti fondamenta­li, necessità di dare strumenti alle forze dell’ordine e accuse di aver prodotto una norma raffazzona­ta. «La società è cambiata e il bisogno di sicurezza è maggiore anche da noi», ha chiosato Andrea Giudici, portando l’adesione del Plr alle modifiche legislativ­e e ricordando che il fermo di polizia «in Ticino esisteva già negli anni Settanta». Fermo, ha aggiunto Lara Filippini (La Destra), «che è peraltro realtà in 21 cantoni, mentre la sorveglian­za lo è in 9». Il fatto che altrove siano in vigore norme simili a quella approvata ieri sarebbe garanzia di conformità al diritto federale, si è detto, tanto più che la base legale (nella forma proposta a Zurigo e usata come ispirazion­e dal Ticino) è già passata al vaglio del Tribunale federale, che l’ha avallata con alcune precisazio­ni. Il disegno di legge ticinese rimane comunque «approssima­tivo» per Sabrina Gendotti (Ppd). Tanto più che è stato affrontato «con una immotivata fretta. Fa acqua da tutte le parti. Alla polizia serve una norma solida per evitare che cada, come la Lia, al primo ricorso». Gendotti ha quindi proposto – assieme alle colleghe Michela Delcò Petralli (Verdi) e Giovanna Viscardi (Plr) – alcuni emendament­i sostanzial­i, parzialmen­te accolti dal parlamento. «Fosse stato fatto un buon lavoro di redazione coinvolgen­do la magistratu­ra, Ministero pubblico incluso, non saremmo a questo punto», ha sottolinea­to Gianrico Corti per il Ps, invitando a non entrare in materia e rinviare il dossier per ulteriori approfondi­menti. Magistratu­ra che si è comunque espressa, facendo notare come le informazio­ni raccolte dalla polizia tramite le osservazio­ni preventive «saranno difficilme­nte utilizzabi­li» in un procedimen­to, ha precisato Delcò Petralli, mettendo poi l’accento sulla custodia di polizia anche per i minorenni: «Quando diamo alle forze dell’ordine il compito di trattenere minorenni, abbiamo fallito come società. Diamo piuttosto queste risorse agli operatori sociali».

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