Celle, Gps e identità false
Persone moleste che mettono in pericolo sé stesse o altri, nonché persone (anche minorenni) colpite da decisione di espulsione, allontanamento o respingimento. O ancora minorenni che devono essere riconsegnati (“al più presto, di regola entro 24 ore”) ai genitori o all’autorità parentale. Saranno queste le categorie di uomini, donne e giovani che gli inquirenti della Cantonale potranno trattenere per 24 ore senza che abbiano commesso reato. Una misura contro cui potrà essere interposto ricorso al giudice dei provvedimenti coercitivi (vista l’analogia con il fermo di polizia) e non al Tribunale cantonale amministrativo, come previsto dal testo originale. La persona in custodia potrà farsi patrocinare da un legale, eventualmente attingendo al picchetto degli avvocati della prima ora previsti per le procedure penali. Le modifiche apportate ieri al testo normativo prevedono inoltre che la polizia possa sorvegliare cittadine e cittadini senza che questi abbiano ancora commesso un reato, ma in presenza di “indizi concreti” sul fatto che potrebbero farlo. La misura sarà decisa da un ufficiale di polizia che, annotando l’inizio della misura a giornale, darà quindi facoltà agli agenti di osservare i sospettati in luoghi liberamente accessibili anche tramite dispositivi tecnici, come microfoni, videocamere o apparecchi Gps. I controlli potranno proseguire senza ulteriori autorizzazioni per 30 giorni, dopodiché sarà necessario l’avallo del Ministero pubblico. Allo stesso modo la polizia potrà condurre indagini in incognito. Con l’approvazione del giudice dei provvedimenti coercitivi sarà inoltre possibile condurre inchieste mascherate, se del caso anche tramite identità false. E questo pure in rete alla ricerca, ad esempio, di pedofili. Le indagini preventive di polizia, ha fra l’altro osservato il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, «permetteranno anche di sgravare il Ministero pubblico, evitandogli di aprire un procedimento penale in presenza di indizi che potrebbero sfociare in nulla». Gobbi ha poi ricordato che gli ordini di servizio per l’attuazione delle norme votate dal parlamento «verranno elaborati da polizia e magistratura insieme».