Bodino: segnale di fiducia. Padlina: niente regolamento, scarsa trasparenza
«L’esito della votazione in Gran Consiglio è piuttosto chiaro. Un segnale di fiducia nei confronti delle forze dell’ordine». È soddisfatto Ivano Bodino, presidente della sezione ticinese della Fsfp, la Federazione svizzera funzionari di polizia. «Viene data base legale a strumenti investigativi di cui la Cantonale necessita per contrastare in maniera efficace la criminalità – rileva –. Andranno ovviamente impiegati con proporzionalità e sulla base delle direttive interne per l’applicazione, corretta, delle nuove norme». Trattenuta – di regola entro le 24 ore – del minorenne per la sua riconsegna ai genitori o all’autorità di protezione? «La mia esperienza di poliziotto mi fa dire che saranno pochi e particolari i casi in cui non sarà possibile rispettare il termine delle 24 ore, sarà allora importante per la polizia avere delle disposizioni su cosa fare quando la riconsegna del minorenne non può avvenire entro quel termine». La parola all’Ordine degli avvocati. «È senz’altro positivo – commenta il vicepresidente Gianluca Padlina – che il parlamento abbia accolto alcuni emendamenti proposti all’articolo di legge sulla custodia di polizia». L’avvocato Padlina condivide quindi l’attribuzione della competenza a statuire sui ricorsi al giudice dei provvedimenti coercitivi (il testo governativo indicava il Tribunale cantonale amministrativo): «Il gpc è l’autorità giudiziaria idonea a pronunciarsi sui ricorsi contro la custodia di polizia, visto che quest’ultima è in ogni caso una forma di privazione della libertà personale». Capitolo patrocinatori: «Giusta l’introduzione, come da emendamento, del servizio del picchetto degli avvocati della prima ora per le difese penali. Ciò che garantisce a tutte le persone sottoposte a custodia di far capo a un legale, e non soltanto a quelle che dispongono di mezzi finanziari». Giudizio critico invece sulle indagini di polizia preventive. «Il Codice di procedura penale – ricorda Padlina – ammette l’impiego di determinati mezzi tecnici unicamente per un elenco di reati gravi. Non solo; per essere oggetto di sorveglianza occorre essere indiziati. Ora la polizia potrà usare questi mezzi contro chiunque senza che sia ancora sospettato di aver commesso un crimine». Altro punto dolente: «Un regolamento d’applicazione elaborato dal governo sarebbe stato pubblico. Senza tale soluzione, quanto a trasparenza dello Stato si fa un passo indietro».