Galusero e Rückert: strumenti investigativi adeguati. Lepori: ma la legge non è chiara
Un ex poliziotto e una giurista. La pratica e la teoria. O, se volete, l’esperienza e il diritto. Approcci diversi ma complementari, quelli del liberale radicale Giorgio Galusero e della leghista Amanda Rückert, al progetto di revisione della legge sulla polizia. Ieri in aula sono intervenuti entrambi i relatori di maggioranza a sostegno delle modifiche normative proposte dal Consiglio di Stato. Modifiche «volte a migliorare la prevenzione dei reati», ha sottolineato Galusero, «per oltre quarant’anni» alle dipendenze della Cantonale, di cui è stato pure ufficiale. Gli strumenti investigativi che la riforma attribuisce alle forze dell’ordine ticinesi «non sono comunque una no- vità: altri Cantoni li hanno già messi a disposizione delle rispettive polizie». Si tratta quindi di permettere alla Cantonale «di combattere con mezzi adeguati per esempio le infiltrazioni mafiose» Di consentirle, altro esempio, «di pattugliare il web, grazie a identità fittizie, per snidare potenziali pedofili: cosa oggi non possibile perché manca la base legale... Inconcepibile!». O di permettere agli agenti «di localizzare una vettura, con dispositivo Gps, senza doverla seguire cambiando più auto lungo il tragitto per non farsi scoprire». La lotta alla criminalità («che ricordo è uno dei compiti principali delle forze dell’ordine...») richiede, ha evidenziato a sua volta Rückert, strumenti investigativi performanti e adeguati alla sfida: indagini in incognito e inchieste mascherate preventive «per la sorveglianza di ambienti dove si sospetta la presenza di elementi criminali, di terroristi». E ciò per garantire «l’incolumità» della popolazione. «Faccio molta fatica – ha aggiunto – a capire lo scetticismo dei contrari a questa revisione legislativa, come se in Svizzera non fosse garantito il rispetto dei diritti fondamentali». Ma la minoranza, ha replicato il socialista Carlo Lepori, «non è contraria alla concessione di mezzi adeguati a combattere la criminalità. Ritiene questa riforma non chiara: è per questo che sollecitiamo il rinvio del testo al governo perché ne elabori uno nuovo». No, «non è un atto di sfiducia» verso le forze dell’ordine. «La nostra polizia lavora già oggi bene – ha puntualizzato il relatore –. In uno Stato di diritto è però opportuno che le regole siano chiare. Se la legge è confusa, come in questo caso, le conseguenze possono essere negative». Lepori ha definito «molto problematica» la custodia di polizia: «È una privazione della libertà personale». Ha paragonato l’articolo su trattenuta e consegna dei minorenni a «una misura da coprifuoco». E ha ricordato «le osservazioni critiche della magistratura alle indagini di polizia preventiva così come previste dal governo».