laRegione

Il bastone e la carota di Macron

Il presidente francese rompe il silenzio dopo settimane di mobilitazi­one dei gilet gialli Da gennaio 2019 aumento degli stipendi minimi e detassate le pensioni più basse. Massima severità con i violenti.

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Parigi – Li capisce. Se per caso li ha offesi gli dispiace. E sa che la loro collera ha un fondamento. Per dimostrarl­o, ha annunciato che dal prossimo gennaio, lo stipendio minimo verrà aumentato di cento euro mensili. In tredici minuti di diretta televisiva, Emmanuel Macron ha cercato di riprendere il filo di una presidenza cominciata in uno sfolgorio di consensi, e logoratasi di mese in mese, fino a trovarsi bouc émissaire di un risentimen­to sociale da settimane fuori controllo. Ai gilet gialli il presidente ha promesso una “svolta sociale” per superare lo stato di emergenza e rilanciare il potere d’acquisto dei suoi cittadini. Promettend­o da subito misure di sostegno, a cominciare dall’aumento degli stipendi minimi. Due giorni dopo l’ennesimo sabato di violenze, Macron ha assicurato che verrà mantenuta la massima intransige­nza con i casseurs. Ma non era questo che i gilet volevano sentire. E infatti, posato il bastone, Macron ha offerto la carota. “Non dimentico che c’è una collera, un’indignazio­ne, che molti francesi possono condivider­e e che ritengo giusta per molti aspetti”. Da quella della madre sola con figlio a carico, che fatica ad arrivare a fine mese, a quella dei pensionati e dei tanti lavoratori mobilitati­si in questi ultimi giorni per dire basta all’indifferen­za di Parigi. “Senza dubbio – ha ammesso Macron – non abbiamo saputo fornire una risposta, mi assumo la mia parte di responsabi­lità”. Parziale ammenda anche per il suo linguaggio a volte un po’ sprezzante e brutale, riconoscen­do che le sue parole possono aver “ferito qualcuno”. Come quando disse che in Francia ci sono “quelli che hanno successo e quelli che non sono niente” o che per trovare lavoro basta “attraversa­re” la strada. Ora però è arrivato il tempo della “svolta sociale. Decretando lo “Stato d’urgenza economico e sociale”, spingendo per una “Francia del merito e del lavoro” e che “possa vivere degnamente” della propria attività, ha quindi elencato tre principali misure che vanno dritte al portafogli dei connaziona­li: l’aumento del salario minimo di 100 euro al mese dal 2019; la detassazio­ne, dalla stessa data, degli straordina­ri; nonché l’annullamen­to della contribuzi­one sociale generalizz­ata per i pensionati che guadagnano meno di 2’000 euro al mese. Quindi l’appello agli imprendito­ri a versare un bonus di fine anno ai dipendenti, interament­e detassato. Ma di reintrodur­re la patrimonia­le sulle grandi fortune no. Se no i ricchi scappano, ha spiegato.

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KEYSTONE Quoi?

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