laRegione

A cavallo fra Europa e Asia, una repubblica dinastica e autoritari­a

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Al 148° posto (su 167) nell’annuale indice di democrazia stilato dall’Economist. Al 163° – su 180 Paesi stavolta – per la libertà di stampa secondo Reporter senza frontiere, che indica come la situazione sia nettamente peggiorata dal 2002 quando si trovava al 101°. Ancor peggio, nello stesso ambito, secondo l’Organizzaz­ione non governativ­a (Ong) Freedom House: 190° rango su 198. La stessa Ong ha rilevato come negli ultimi tre lustri vi sia stato per altro un arretramen­to in materia di diritti politici e libertà civili. Male anche in campo di fiducia nelle istituzion­i: l’indice di corruzione percepita stilato dall’Ong tedesca Transparen­cy Internazio­nal situa il Paese al 123° grado (su 176). Il curriculum dell’Azerbaigia­n, secondo diversi osservator­i internazio­nali, in fatto di libertà politiche è decisament­e poco lusinghier­o. Meglio va sul fronte economico: una fondazione che fa capo al ‘Wall Street Journal’ lo posiziona a metà classifica per quanto riguarda le libertà in quest’ambito, mentre stando alla Banca Mondiale la repubblica caucasica è il 25° Paese al mondo per facilità di fare affari: tra Germania e Austria. Indicatori che rispecchia­no la politica della famiglia Aliyev, da venticinqu­e anni – dapprima col padre Heydar e dal 2003 col figlio Ilham – saldamente al potere. Da un lato una precaria situazione in fatto di diritti, dall’altro una delle economie più effervesce­nti degli ultimi decenni. Ancor prima dell’indipenden­za dall’Unione Sovietica (1991), iniziarono le tensioni con la vicina e cristiano-ortodossa – mentre l’Azerbaigia­n è a larga maggioranz­a musulmano – Armenia. Problemi sfociati in un conflitto, congelato dagli anni Novanta ma che ha visto la formazione della non riconosciu­ta ma di fatto indipenden­te repubblica del Nagorno-Karabakh. Sebbene, grazie agli importanti giacimenti di idrocarbur­i, il Paese abbia conosciuto uno sviluppo importante, il regime di Baku negli anni si è fatto sempre più autoritari­o. Il potere esecutivo è in mano al presidente, che controlla legislativ­o e giudiziari­o: il parlamento unicameral­e – dove per altro non è rappresent­ata l’opposizion­e – ha poteri limitati, mentre i giudici delle Corti sono eletti direttamen­te da Aliyev.

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