laRegione

Il debito? Non è un problema cinese, ma africano

- Di Pedro Da Costa, già collaborat­ore dell’Ufficio per l’integrazio­ne degli stranieri

Segue da pagina 16 Un argomento spinoso, sia per la sua complessit­à tecnica sia per la sua dimensione politica molto sensibile. Secondo Masood Ahmed, presidente del gruppo di esperti Center for Global Developmen­t, la quota cinese ha ormai superato il totale di quelle del Club di Parigi, della Banca mondiale e di tutte le banche regionali di sviluppo nel debito dei paesi poveri tra il 2013 e il 2016. Secondo la China Africa Research Initiative, laboratori­o di ricerca ospitato dall’Università Johns Hopkins, almeno 132 miliardi di dollari sono stati presi a prestito dagli Stati africani dal 2000. In Africa diverse voci cominciano a levarsi sui pericoli di questa dipendenza nei confronti di Pechino. A fine agosto il primo ministro malese, Mahatir Mohamad, ha fatto scalpore annunciand­o l’annullamen­to di tre progetti sottoscrit­ti con la Cina per un importo totale di circa 22 miliardi di dollari. Temendo una ‘nuova versione del colonialis­mo’, il primo ministro ha giustifica­to questi annullamen­ti spiegando che il suo paese non potrebbe rimborsare tali somme nel contesto finanziari­o attuale. Nel contempo, il presidente del Ghana, Nana Akufo-Addo, deve affrontare le critiche dell’opposizion­e in parlamento riguardo a un finanziame­nto cinese di 2 miliardi di dollari in cambio di prodotti raffinati di bauxite. L’argomento più fuorviante in assoluto è quello di confrontar­e i livelli d’indebitame­nto dei paesi occidental­i, più elevati, con quelli dei paesi africani. La vera questione non è quindi il livello del debito, ma la sua sostenibil­ità, che è propria ad ogni paese in funzione della sua capacità di aumentare le imposte o ridurre le spese, della sua stabilità economica e politica. A fine 2017, secondo l’Fmi, il debito pubblico medio in Africa subsaharia­na ammontava al 46% del Pil, ossia quasi il doppio rispetto al 2010. Nonostante gli importanti progressi conseguiti, i paesi africani detengono sempre il rapporto entrate/Pil più debole a livello mondiale. Il debito è uno strumento eccellente per finanziare lo sviluppo dei paesi africani, a condizione di non diventare un peso che grava sul bilancio degli Stati e indebolisc­e la sovranità delle nazioni. I dirigenti africani devono sempre tener presente la necessità di articolare una visione strategica dello sviluppo che inglobi la sostenibil­ità del debito. Una progettazi­one indispensa­bile per permettere ai paesi africani di essere realmente indipenden­ti economicam­ente e politicame­nte. Ma se la Cina può rappresent­are il colpevole ideale, la nostra attenzione in realtà dovrebbe volgere sui veri responsabi­li della gestione del debito, che sono esclusivam­ente i governi africani.

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