Il debito? Non è un problema cinese, ma africano
Segue da pagina 16 Un argomento spinoso, sia per la sua complessità tecnica sia per la sua dimensione politica molto sensibile. Secondo Masood Ahmed, presidente del gruppo di esperti Center for Global Development, la quota cinese ha ormai superato il totale di quelle del Club di Parigi, della Banca mondiale e di tutte le banche regionali di sviluppo nel debito dei paesi poveri tra il 2013 e il 2016. Secondo la China Africa Research Initiative, laboratorio di ricerca ospitato dall’Università Johns Hopkins, almeno 132 miliardi di dollari sono stati presi a prestito dagli Stati africani dal 2000. In Africa diverse voci cominciano a levarsi sui pericoli di questa dipendenza nei confronti di Pechino. A fine agosto il primo ministro malese, Mahatir Mohamad, ha fatto scalpore annunciando l’annullamento di tre progetti sottoscritti con la Cina per un importo totale di circa 22 miliardi di dollari. Temendo una ‘nuova versione del colonialismo’, il primo ministro ha giustificato questi annullamenti spiegando che il suo paese non potrebbe rimborsare tali somme nel contesto finanziario attuale. Nel contempo, il presidente del Ghana, Nana Akufo-Addo, deve affrontare le critiche dell’opposizione in parlamento riguardo a un finanziamento cinese di 2 miliardi di dollari in cambio di prodotti raffinati di bauxite. L’argomento più fuorviante in assoluto è quello di confrontare i livelli d’indebitamento dei paesi occidentali, più elevati, con quelli dei paesi africani. La vera questione non è quindi il livello del debito, ma la sua sostenibilità, che è propria ad ogni paese in funzione della sua capacità di aumentare le imposte o ridurre le spese, della sua stabilità economica e politica. A fine 2017, secondo l’Fmi, il debito pubblico medio in Africa subsahariana ammontava al 46% del Pil, ossia quasi il doppio rispetto al 2010. Nonostante gli importanti progressi conseguiti, i paesi africani detengono sempre il rapporto entrate/Pil più debole a livello mondiale. Il debito è uno strumento eccellente per finanziare lo sviluppo dei paesi africani, a condizione di non diventare un peso che grava sul bilancio degli Stati e indebolisce la sovranità delle nazioni. I dirigenti africani devono sempre tener presente la necessità di articolare una visione strategica dello sviluppo che inglobi la sostenibilità del debito. Una progettazione indispensabile per permettere ai paesi africani di essere realmente indipendenti economicamente e politicamente. Ma se la Cina può rappresentare il colpevole ideale, la nostra attenzione in realtà dovrebbe volgere sui veri responsabili della gestione del debito, che sono esclusivamente i governi africani.