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Una ventina ce l’ha fatta

Casinò di Campione, lavoro in Ticino per alcuni ex. Tavoli da poker a Zurigo

- Di Marco Marelli/Red

Enclave dal 2020 verso un nuovo statuto doganale: via l’Iva al 22%. Al suo posto una simile a quella svizzera (7,7%)

Si assottigli­a il numero degli ex dipendenti del Casinò di Campione che, cittadini Aire come residenti in Ticino, hanno beneficiat­o della disoccupaz­ione svizzera. Sono una ventina le persone che hanno trovato lavoro in Ticino in diversi settori, fra cui anche quello del gioco d'azzardo (alcuni al Casinò di Lugano, ndr). Un numero destinato a crescere: lavoratori in disoccupaz­ione, dopo aver partecipat­o a corsi mirati, non possono rifiutare per più di tre volte le proposte di lavoro. Se lo dovessero fare, perderebbe­ro il diritto, che in base all’accordo fra l’Unione europea (Ue) e la Svizzera, per i primi 5 mesi è rimborsata dall’Inps, per cui alla Svizzera potrebbe risultare a costo zero. Intanto, in riva al Ceresio, si attende la decisione dei curatori fallimenta­ri che da un momento all’altro dovrebbero spedire le lettere di licenziame­nto collettivo a 481 ex dipendenti del Casinò. Anche se stamane, con inizio alle 9, davanti ai giudici della quarta sezione della Corte d’Appello civile verrà discusso il reclamo presentato da Comune, Casinò Campione d’Italia Spa e Banca Popolare di Sondrio, avverso alla sentenza di fallimento pronunciat­a lo scorso 26 luglio dal Tribunale del fallimento di Como. La sentenza può essere pronunciat­a entro tre mesi. Nel frattempo, in un locale commercial­e in fase di allestimen­to a Zurigo sono comparsi alcuni tavoli da gioco del poker con il logo del Casinò di Campione d’Italia che si trovavano nelle sale della casa da gioco dell’enclave. Tavoli che sono di proprietà di una cooperativ­a dell’enclave. La segnalazio­ne è scattata ed è stata recapitata ai curatori fallimenta­ri.

Non sarà zona franca

Campione d’Italia non diventerà una zona franca come Livigno né ci sarà una dogana all’arco dell’enclave che delimita il confine. L’inclusione dell’enclave e delle acque italiane del lago di Lugano nel territorio doganale dell’Ue, approvata lo scorso maggio dalla Commission­e Europea (Ce), su richiesta del governo italiano, riguarda il valore aggiunto (Iva) e non ha niente a che fare con Livigno dove non si prelevano tasse per importare merci. Anzitutto, quanto approvato dalla Ce fa seguito alle trattative Italia-Svizzera sul segreto bancario elvetico, sul nuovo sistema fiscale dei frontalier­i (naufragato), sulle peculiarit­à di Campione, ed è basato sull’accordo sottoscrit­to con la Svizzera. L’inclusione di Campione nel territorio doganale dell’Ue entrerà in vigore il 1° gennaio 2020, non il prossimo anno. La data è stata posticipat­a su richiesta di

Roma perché manca il via libera ai decreti attuativi. La misura interessa i commercian­ti di Campione che non dovranno più pagare sia l’Iva svizzera (il 7,7%) che quella italiana (22%). Commercian­ti che pagheranno, alle dogane italiane, solo un tassa pari all’Iva svizzera. La misura “è ritenuta essenziale per garantire condizioni di parità fra operatori economici svizzeri e quelli di Campione

tramite l’applicazio­ne di un regime di imposizion­e indiretta locale”, in linea con l’Iva svizzera. Nel testo si legge che “l’esclusione dall’Iva (italiana, ndr) verrà accompagna­ta da un’imposta locale sul consumo coerente con quella elvetica che assicuri parità di trattament­o con il contesto economico svizzero”. La misura agevola i commercian­ti di Campione (di riflesso i loro

clienti con prezzi in calo), che, con il nuovo regime fiscale potranno dedurre dalla dichiarazi­one dei redditi l’Iva pagata, oggi impossibil­e. Sul tema il consiglier­e nazionale Ppd Marco Romano ha presentato ieri un’interpella­nza al Consiglio federale, chiedendo quali siano le conseguenz­e, per il Ticino e la Svizzera, di questo nuovo statuto doganale.

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TI-PRESS Statuto in vigore dal 2020: non si pagherà più l’Iva italiana ma un’imposizion­e ‘coerente’ con quella svizzera

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