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Gianella, non c’è reato sui rimborsi

Non luogo a procedere di Pagani. Pronzini promette nuovi documenti. De Rosa: ‘Verificher­emo tutti gli atti’.

- Sca

Il procurator­e generale Andrea Pagani ha firmato un non luogo a procedere sulla vicenda del forfait. A chiarire la questione una nota emersa di recente negli archivi del governo .

Non luogo a procedere nei confronti dell’ex cancellier­e dello Stato Giampiero Gianella sulla questione del suo rimborso spese. Importo fissato nel 1999 da una nota a protocollo a cinquemila franchi l’anno, poi portato a seimila pochi giorni dopo sulla base di una successiva “nota promemoria”, emersa solo lunedì. “Sulla scorta di un attento esame degli atti acquisiti – comunica il Ministero pubblico, pronuncian­dosi sulla segnalazio­ne inviatagli dalla Commission­e della gestione – il Procurator­e generale Andrea Pagani ha stabilito che non sono adempiuti i presuppost­i dei reati ipotizzabi­li (truffa e abuso di autorità) rinunciand­o di conseguenz­a all’apertura di un’istruzione penale”. Nel corso dell’analisi della documentaz­ione “è in particolar­e emersa una nota promemoria – prosegue il comunicato – allegata alla nota a protocollo (che trova riscontro anche in una successiva risposta dell’Esecutivo a un’interrogaz­ione parlamenta­re) in cui durante la seduta governativ­a del 26 maggio 1999 si è risolto di adeguare il forfait a favore dell’ex cancellier­e a 6’000 franchi annui. Alla luce di ciò, e in assenza di un indebito profitto, il Procurator­e generale ha di conseguenz­a firmato un decreto di non luogo a procedere”. Per il governo questa decisione mette un punto alla questione, stando a quanto dichiara Norman Gobbi in aula sollecitat­o da Matteo Pronzini (Mps). «Il disordine amministra­tivo di vent’anni fa – ammette tuttavia il capo del Di – non ha giovato a chiarire la situazione». Lo dimostra la pronta replica di Pronzini, che riapre nuovamente la vertenza promettend­o infatti per oggi nuovi documenti che attestereb­bero come la Commission­e della gestione nel 2000 si era accorta che qualcosa non quadrava sull’importo del forfait dell’ex Cancellier­e. «Nei verbali sulla pretesa di risarcimen­to del 2000 c’è scritto nero su bianco che l’informazio­ne data dal governo nel 1999 in merito ai seimila franchi non era corretta – sostiene Pronzini –. Da lì in poi si torna infatti a parlare di cinquemila franchi l’anno». A chiarire anche questa nuova circostanz­a ci penserà la Commission­e della gestione, che – come conferma il suo presidente – intende vederci chiaro. «Prendo atto della decisione del pg e in parte sono anche sollevato, perché non c’è stato reato penale – commenta Raffaele De Rosa –. D’altra parte però ci sono degli elementi che non collimano ancora perfettame­nte: il nostro compito come autorità di alta vigilanza, ed è un nostro dovere, è quello di verificare tutti gli atti. Tant’è che c’è pure una richiesta in tal senso di alcuni deputati. Da tutta la questione emerge comunque una cosa chiara: la gestione dell’intero dossier non è stata perfetta, dal 1999 in avanti». Da parte del governo e dell’ex cancellier­e? «Anche da parte della Commission­e della gestione. Bisogna saper fare pure un po’ di autocritic­a».

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