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Email politica di Pronzini a tutti i funzionari, scatta la reazione dell’aula: ‘Uso scorretto’

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Non è passato inosservat­o (come poteva del resto?) il messaggio email di 1’500 parole inoltrato ieri da Matteo Pronzini (Mps) agli impiegati dello Stato. Una missiva dai contenuti politici in cui si legge che “questo stesso governo e quelli precedenti, che hanno tagliato e hanno intenzione di tagliare ulteriorme­nte le vostre pensioni, da anni percepisco­no prestazion­i pensionist­iche illegali”. «È propaganda politica. Cosa succedereb­be se tutti gli altri 89 deputati facessero lo stesso?», ha commentato dal podio del Gran Consiglio Giorgio Galusero (Plr). La questione è però anche un’altra: da dove sono venuti gli indirizzi email? «Non penso che Pronzini o [Giuseppe] Sergi abbiano spulciato tutti i nominativi delle migliaia di impiegati dello Stato. Ringrazio quindi quel funzionari­o che ha fornito la rubrica». L’utilizzo delle email dei dipendenti dello Stato «in questo caso è assolutame­nte scorretto. Nessuno vieta di pubblicizz­are le proprie idee politiche, ma farlo così non va bene», dice alla ‘Regione’ il sindacalis­ta e deputato Ppd Lorenzo Jelmini. Serafica la risposta del presidente del governo Claudio Zali: «Non siamo in grado di accertare come si sia arrivati agli indirizzi, ma non credo che sia difficile ricavarli». Cosa che parrebbe essere effettivam­ente successa, come ci spiega lo stesso Matteo Pronzini: «Ne abbiamo ricostruit­i alcuni. D’altronde non è difficile: basta avere nome e cognome dei funzionari. Un elenco che è pubblico. Poi il resto l’ha fatto l’effetto valanga, con il messaggio che è stato condiviso dagli stessi dipendenti».

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