Russiagate, tre anni all’avvocato di Trump
New York - Tre anni di detenzione: è la condanna inflitta da un tribunale di New York a Michael Cohen, ex avvocato personale di Donald Trump dichiaratosi colpevole di aver evaso il fisco, mentito al Congresso sui suoi rapporti con i russi e comprato il silenzio di due ex presunte amanti del presidente violando la legge elettorale. Un reato, quest’ultimo, in cui ha tirato in ballo lo stesso Trump, tanto che alcuni democratici evocano lo spettro di un possibile impeachment dopo la conquista della Camera. È la prima condanna di un collaboratore così vicino a Trump e la più dura tra quelle scaturite dal Russiagate, anche se in febbraio Paul Manafort, l’ex capo della campagna del tycoon, rischia molto di più. Il procuratore del Russiagate Robert Mueller aveva chiesto di tener conto dell’”utile” collaborazione di Cohen all’inchiesta, ma i procuratori di New York chiedevano una pena detentiva “significativa”. Il giudice li ha accontentati, con una condanna di poco al di sotto delle linee guida (4-5 anni). Trump invece aveva invocato il massimo della severità per reati gravi che non considera legati a se stesso, accusando il suo ex legale di aver inventato “storie” per farla franca. Nel caso di Cohen ha pesato la collaborazione tardiva, a differenza di Michael Flynn, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump che ha cooperato subito con Mueller e che ora potrebbe evitare il carcere. A ben poco quindi sono serviti gli appelli dell’imputato: “Sono state la mia debolezza e la mia cieca lealtà a quest’uomo a indurmi a scegliere la via delle tenebre anziché quella della luce. Sentivo come mio dovere coprire i suoi affari sporchi”. Cohen era accusato di aver nascosto al Congresso che le trattative con i russi per una Trump Tower a Mosca proseguirono anche durante la campagna presidenziale, contrariamente a quanto sostenuto dal presidente. Il legale era imputato inoltre per aver evaso il fisco per 1,4 milioni di dollari con le sue attività imprenditoriali e per aver comprato il silenzio dell’ex pornostar Stormy Daniels e dell’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal per non compromettere la campagna di Trump, su ordine di quest’ultimo.