Poesia d’oggi
Tiziano Broggiato, Stefano Simoncelli, Leonardo Marcacci Rossi, Alba Donati e Marco Vitale confermano la vitalità della scena poetica contemporanea
Ecco un notevole gruppo di poeti nati tra il ’50 e i primi anni Sessanta, autori di opere di qualità recenti, in una ulteriore conferma della vitalità nella poesia d’oggi. Tiziano Broggiato (nato nel ’53) (‘Novilunio’, Lietocolle Pordenonelegge, 94 pagine, nota di Franco Cordelli) è un poeta già attivo da tempo, che conferma la pacatezza della sua pronuncia sincera, nei tratti di un decoro stilistico e morale, di una affabilità discreta e felicemente controllata e comunicativa. La sua è una lirica che ci racconta di apparenti ossimori, muovendosi tra il quotidiano e l’esistenziale, e cogliendo soglie di contrasto tra luci e ombre, tra ansietà dell’esserci e salvezza, fra tormenti e barlumi di felicità. Stefano Simoncelli (’50) (‘Residence Cielo’, Pequod, 120 pagine) colloquia con chi non c’è più. Ecco allora la figura della madre, quella del grande Vittorio Sereni, e poi un suocero, il poeta Maurizio Brusa scomparso da poco, mentre il padre che riappare in sogno e lo saluta da un transatlantico. Simoncelli porta il suo racconto lirico in liberissime terzine e lo fa dopo aver sfiorato la morte, in una terribile avventura che rievoca con impressionante fermezza, nello smangiare fisicità di quei giorni, nella incomprensibile semplicità del reale. Un libro che offre una circolazione fittissima di umori e una commozione che si trasmette al lettore. Di Leonardo Marcacci Rossi (‘Mercati generali e altre poesie’, Alla chiara fonte, 118 pagine), di Brissago, scomparso nel ’95 a soli 40 anni, appare una sorprendente raccolta postuma a cura di Daniele Bernardi, che ci racconta la vicenda dell’autore e le conoscenze (soprattutto Amelia Rosselli). La scrittura di Marcacci Rossi è molto asciutta e felicemente ruvida, ma anche estrosa, con punte di uscite epigrammatiche. Nella sua vivida energia espressiva, dimostra una attenzione sensibilissima al minimo dettaglio di realtà, rispetto alla quale, come rileva Massimo Daviddi nella postfazione, appare in costante attrito. Alba Donati (’61) raccoglie in ‘Tu, paesaggio dell’infanzia’ (La nave di Teseo, p. 298,€ 18, postfazione di Giorgio Ficara, bibliografia critica di Giulia Ricca) tutte le sue poesie dal 1997 al 2018 e dunque i tre volumi ‘La repubblica contadina’, ‘Non in mio nome’ e ‘Idillio con cagnolino’. Il suo coinvolgimento personale nella storia è un carattere decisivo, come il racconto apertissimo, condotto con una dizione netta e scandita verso la prosa. Si muove en-
tro un realismo in cerca di autenticità dell’esserci, nel legame morale e inattaccabile alle proprie radici. Una poesia propositiva, di temperamento acceso, di forte partecipazione civile, con figure, luoghi, persone e personaggi. Una poesia che con il tempo acquista anche una sua misura di dolcezza. Anche Marco Vitale (’58), in ‘Gli anni’, Aragno, 400 pagine, raccoglie tutte le sue uscite precedenti (cinque libri più una scelta di inediti). Troviamo nelle sue pagine una delicatezza concreta che resiste benissimo al tempo, ma anche momenti di energia aspra, proposta nella sintesi di brevi componimenti di sempre nobile pronuncia, di elegante andatura, in versi, come scrive Giancarlo Pontiggia nella sua introduzione, “che privilegiano quello stato di sospensione immota e di inevitabile caduta” e “sente in ogni minimo evento il peso della caducità e della fine”.