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Livellamen­to verso il basso

La mancanza di strutture adeguate e di investimen­ti limita la crescita, e il divario tra i vari club continua ad allargarsi

- Di Dario ‘Mec’ Bernasconi

Ora che si conoscono le quattro semifinali­ste della Sbl Cup (ex Coppa della Lega, che i prossimi 26 e 27 gennaio vedrà sfidarsi nella Final Four di Montreux Massagno-Friborgo e Ginevra-Neuchâtel), facciamo qualche consideraz­ione sui cambiament­i che Swiss Basketball ha apportato a uno dei suoi tre tornei, la Coppa Svizzera. La decisione della direzione è stata quella di dare a questa manifestaz­ione il nome del compianto Patrick Baumann, ex segretario generale della Federazion­e internazio­nale (Fiba) stroncato da un arresto cardiaco lo scorso 13 ottobre a 51 anni. Questo il comunicato a firma di Giancarlo Sergi, numero uno del basket rossocroci­ato: “La nostra federazion­e si sente in dovere di ringraziar­e con il cuore Patrick Baumann e di rendergli omaggio per il lavoro colossale realizzato per il basket mondiale e svizzero in particolar­e. Siamo onorati e contenti di aver ricevuto l’accordo della Fiba e della famiglia di Patrick, che ringraziam­o. La nostra storia sarà celebrata attraverso una grande festa che riunirà la nostra comunità in un luogo situato al centro della Svizzera e di orientamen­to bilingue. La Tissot Arena risponde perfettame­nte alla popolarità crescente del basket nel nostro paese e, grazie al grande sostegno del nostro partner Tissot e della Città di Bienne, saremo capaci di organizzar­e un evento storico e unico”. Ci sono stati non pochi appassiona­ti che si sono chiesti perché non intitolare a Baumann la Sbl Cup anziché la Coppa Svizzera, da tutti gli sportivi ritenuta l’avveniment­o più bello del basket perché non sempre in finale ci vanno i primi della classe e nulla è scontato. Personalme­nte non ho particolar­i lance da spezzare in una o nell’altra direzione, considerat­o come non ci siano stati personaggi svizzeri, nell’ambito del basket mondiale, che hanno raggiunto traguardi simili. Inoltre unire i festeggiam­enti del 90° alla Tissot Arena, casa dello sponsor del nostro basket, mi sembra una buona cosa, anche se non so come avranno storto il naso a Friborgo, dove già pregustava­no un comeback dopo gli anni a Zurigo e Ginevra. Ma le innovazion­i, purché motivate e con una certa voglia di continuità nel tempo, sono sempre da sostenere.

Se poi il nostro basket sia crescente o meno, aspetterem­o le cifre di fine stagione per fare un bilancio. Diversi allenatori con i quali ho parlato, concordano sul fatto che, mediamente, ci sia stato un certo livellamen­to verso il basso dal punto di vista tecnico. La mancanza di vere strutture adeguate al basket, la latitanza di investimen­ti

nella svizzera tedesca per avere squadre di livello in serie A e una certa crisi, legata a strutture societarie carenti nella gestione dei vivai, sono fattori che limitano una crescita sostanzial­e. Il risultato più evidente è che ogni anno sono pochissime le new entry svizzere che si ritagliano spazi importanti nelle squadre di A e questo è un elemento significat­ivo che deve allarmare nel giusto modo i dirigenti dei club. Già oggi i migliori svizzeri costano più degli stranieri e, di questo passo, costeranno sempre di più, creando un ulteriore fossato fra i club che godono di una buona situazione finanziari­a e chi invece fa le nozze con i fichi secchi.

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TI-PRESS/CRIVELLI La Coppa Svizzera sarà dedicata a Patrick Baumann

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