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‘Saudade’ di Cornaredo

Fuori dal Ticino il Lugano ha conquistat­o solo 5 punti su 18 e il suo cannoniere ( Junior) è rimasto a secco

- Di Sebastiano Storelli

Peggio ha fatto soltanto il Grasshoppe­r. E nemmeno per tanto, per due miseri gol segnati in meno. Il Lugano, al pari delle cavallette, è la squadra che minori soddisfazi­oni ha raccolto lontana dagli affetti di uno “Home Sweet Home” che, lungi dall’essere un fortino inespugnab­ile (3 vittorie per 4 pareggi e 2 sconfitte a Cornaredo) ha comunque garantito 13 degli attuali 18 punti in classifica. Un ruolino di marcia, tutto sommato, da Europa League (nella speciale graduatori­a i bianconeri occupano la quinta posizione a pari merito con lo Zurigo) e che dimostra come l’attuale deficitari­a (in quanto a punti) classifica sia da imputare essenzialm­ente alle partite giocate lontano dal Ticino: Fabio Celestini non ha raccolto un solo punto (tre sconfitte con Grasshoppe­r, Basilea e Young Boys), mentre Guillermo Abascal si era fermato a quota cinque. L’unica vittoria, di fatto risale alla prima uscita stagionale a Sion, grazie anche a quel gol di Mihajlovic da 80 metri. Quello del mal da trasferta sarà uno degli aspetti sui quali Celestini dovrà lavorare durante la pausa invernale, per quanto prima di andare in vacanza rimanga un ultimo impegno, guarda caso oltre San Gottardo, in quel di Zurigo. Non sarà comunque l’eventuale successo al Letzigrund, per quanto prezioso ai fini della classifica e di un’autostima messa a dura prova dalle ultime uscite, cariche di apprezzame­nti ma scevre di punti, a mutare i cardini della discussion­e. Anche perché il confronto con le precedenti tre stagioni di Super League è impietoso: se con Zeman i punti erano stati cinque (ma con

l’attenuante dell’impatto con la categoria superiore), nella stagione di Manzo si era saliti a 8, per poi toccare addirittur­a quota 12 con Tami (più altri tre se si ingloba nel conteggio la prima del ritorno, giocata in dicembre per sgravare il calendario primaveril­e in vista dei Mondiali di Russia). Celestini ha indubbiame­nte delle attenuanti: contro il Grasshoppe­r era giunto da poche ore sulla panchina bianconera e la sua mano non si era fatta sentire, mentre sia a Basilea (dove la squadra aveva comunque concesso il primo tempo), sia a Berna, la qualità delle prestazion­i

avrebbe meritato ben altro riconoscim­ento tangibile. Come dimostrato sia al St-Jakob Park, sia allo Stade de Suisse, il Lugano ha le capacità per ottenere un risultato positivo nell’ultimo impegno del 2018. Per riuscirci, però, dovrà trovare una risposta a quello che sembra possa diventare, al pari del mal di trasferta, uno dei principali crucci della stagione bianconera: la difficoltà di andare in gol su azione. Anche in questo caso, i numerini non mentono: dall’arrivo in panchina di Celestini, il Lugano ha realizzato 13 reti, 7 delle quali con palla in movimento. Cinque di queste, però, sono arrivate in due sole partite (San Gallo e Thun), mentre negli ultimi cinque impegni su sette reti ottenute una sola non è giunta da palla ferma (quella di Junior con il Lucerna). E ciò, nonostante la ritrovata verve del brasiliano (per altro ancora a secco in trasferta), rinato grazie all’ex tecnico del Losanna dopo un inizio di stagione tribolato e reso malinconic­o dallo scarso feeling con Abascal. Junior, soprattutt­o quando può giostrare al fianco di Gerndt e Bottani (non spesso, invero, tra squalifich­e e infortuni), ha dimostrato di saper trovare la porta con regolarità, ma non è comunque quell’attaccante da area di rigore del quale il Lugano avrebbe bisogno (nelle intenzioni avrebbe dovuto essere quel Janko che a Cornaredo, per un motivo o per l’altro, continua a rimanere un oggetto misterioso). Il calcio di Celestini, invero, può prescinder­e dall’ariete, ma è altresì innegabile che qualche gol in più da chi a referto figura quale attaccante (Gerndt e Bottani sono fermi a quota 3 a testa) non farebbe male, soprattutt­o alla luce delle occasioni create e non concretizz­ate. La notte invernale porterà consiglio?

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TI-PRESS/GIANINAZZI Con sette reti all’attivo è il miglior realizzato­re bianconero

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