laRegione

Internamen­to a vita se non ora quando?

- Di Matteo Caratti

Internamen­to a vita: se non ora quando? Era questo l’interrogat­ivo di fondo sull’esito del ricorso in Appello sulla mattanza di Rupperswil (vedi servizio a pagina 5). Un’efferata serie di assassinii commessi da un 35enne pedofilo, che ha sterminato una famiglia (madre, due figli di 13 e 19 anni e l’amica del primogenit­o) riunita a casa in vista del Natale, dopo aver mandato la madre a prelevare del denaro e abusato sessualmen­te del figlio minore. La corte ha ancora optato per l’internamen­to ordinario (quello non definitiva­mente a vita già da subito), perché il condannato all’ergastolo (…)

Segue dalla Prima (...) non può essere considerat­o durevolmen­te (cioè fino alla morte) refrattari­o a una terapia. Tradotto in parole povere: gli psichiatri hanno lasciato aperta la possibilit­à che un domani (anche molto lontano), scontato l’ergastolo, l’uomo possa ancora venir curato e ‘recuperato’, finendo un giorno magari per tornare libero cittadino una volta ‘guarito’. E questo anche se si è persino appurato che, dopo la mattanza di Rupperswil, stava già pianifican­do delitti analoghi ai danni di famiglie con bambini fra gli 11 e i 15 anni a Soletta e Berna. Siamo d’accordo: va applicato l’internamen­to a vita solo come ultima ratio. Ma allora – ecco la domanda che per noi resta sempre sul tavolo davanti a tali orrori narrati dalla cronaca – quando lo si applica? Di fatto si è partorita una legge di difficilis­sima (anzi di quasi impossibil­e) applicazio­ne. Una legge che non risponde alle legittime aspettativ­e della maggioranz­a della popolazion­e che, accettando con fiducia l’iniziativa popolare, mirava a salvaguard­are con fermezza – proprio in questi casi là dove la ferocia e la follia hanno superato i limiti dei limiti – il bene più prezioso, cioè la vita. Se il prezzo da pagare è la reclusione del tutto (e definitiva­mente) di chi ha già barbaramen­te ucciso e potrebbe riprovarci, perché ogni volta ci si dice che non lo si può fare? Fatichiamo a capire, anzi non capiamo proprio. E non crediamo di essere i soli increduli. Se proprio la legge non funziona, che la si ricambi.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland