laRegione

Gpc, ritorno al passato

Il Ps: va ridato il quarto giudice dei provvedime­nti coercitivi. Agustoni (Ppd): soluzione… naturale

- Di Andrea Manna e Jacopo Scarinci

Farinelli: oggi il sistema dei picchetti si dimostra molto fragile quando uno dei tre magistrati è assente

I socialisti lo hanno formalizza­to con un’iniziativa parlamenta­re: il numero dei gpc, i giudici dei provvedime­nti coercitivi, va riportato a quattro. La richiesta è di mercoledì, qualche giorno dopo la decisione del Gran Consiglio di attribuire all’Ufficio dei gpc un’ulteriore competenza: quella di deliberare sui ricorsi contro la custodia di polizia, forma di privazione della libertà personale introdotta con la revisione della legge sulla Polcantona­le. Il tema è stato sollevato sempre in settimana e sempre nell’aula parlamenta­re anche dal deputato e presidente del Plr, intervenen­do nel dibattito sul Preventivo del Cantone. Proposta qualche anno fa dal governo, condivisa dal Gran Consiglio e avallata dai cittadini, la riduzione di un giudice, ha dichiarato Bixio Caprara, “oggi, anche sulla base della recente decisione riguardant­e la Legge sulla polizia, deve forse essere rivalutata e riconsider­ata”. È esplicito l’invito a riesaminar­e la cura dimagrante imposta nel quadro della manovra di risparmio 2016 da Consiglio di Stato e Gran Consiglio all’Ufficio dei giudici dei provvedime­nti coercitivi, passato, dopo l’ok popolare del febbraio 2017 alla misura (53,7 per cento di sì), da quattro a tre magistrati. Misura, dice ora secco il Ps, da cancellare, reintroduc­endo il quarto gpc. La maggioranz­a del parlamento aveva accettato il taglio di un giudice «anche alla luce di rassicuraz­ioni fornite dal Dipartimen­to istituzion­i circa un potenziame­nto del personale di supporto all’attività dei gpc, che però fino ad oggi non si sono tradotte in fatti», osserva il capogruppo liberale radicale Alex Farinelli. «Non solo. Si parla inoltre di modifiche procedural­i a livello federale – riprende Farinelli – che in qualche modo dovrebbero concernere l’operativit­à anche di questa autorità giudiziari­a. Senza dimenticar­e la decisione di lunedì del Gran Consiglio di assegnare un’altra competenza ai giudici dei provvedime­nti coercitivi. Preso atto di tutto ciò, si può senz’altro ridiscuter­e quella riduzione d’organico. Il Plr è pronto a farlo e a tornare sulla misura adottata un paio d’anni fa». Plr che come il Ps era pronto «a depositare un’iniziativa parlamenta­re elaborata per riportare a quattro il numero dei gpc». Anche perché, sottolinea il capogruppo, «se il picchetto può essere gestito sì con soli tre magistrati, quando uno di loro, per un motivo o per l’altro, è assente, questo sistema si dimostra molto fragile». Commenta Maurizio Agustoni, alla testa dei deputati popolari democratic­i: «A questo punto ritornare a quattro giudici dei provvedime­nti coercitivi sembra la soluzione naturale». Del resto, prosegue il capogruppo del Ppd, «già nel mio intervento in parlamento qualche mese fa sulla nomina governativ­a dei due magistrati straordina­ri, riconoscev­o che la decisione di tagliare un gpc non è stata la più brillante di questa legislatur­a, considerat­a la pressione sotto la quale si trova l’Ufficio giudiziari­o». E con il verdetto popolare del febbraio dello scorso anno come la mettiamo? «Per il Dipartimen­to istituzion­i potrebbe essere imbarazzan­te tornare sui propri passi, e lo capirei, ma credo che presentand­o dati oggettivi circa la mole di lavoro cui è confrontat­o l’Ufficio dei gpc sarà in grado di spiegare e giustifica­re benissimo la riattribuz­ione del quarto giudice. Sarebbe da parte del Dipartimen­to un segno di maturità. Si tratta per governo e parlamento di assumersi le rispettive responsabi­lità per garantire un sistema giudiziari­o che funzioni».

Morisoli: giustizia efficiente, cartina

di tornasole della democrazia

L’iniziativa socialista «è appena stata depositata e dobbiamo ancora discuterne in gruppo. Lo faremo con molta attenzione, perché l’importanza dell’argomento lo impone. E alla fine prenderemo una decisione», taglia corto Daniele Caverzasio, capogruppo della Lega. Per Michela Delcò Petralli (Verdi), tra le firmatarie dell’iniziativa, «i nuovi compiti affidati ai gpc dalla revisione della Legge sulla polizia forse avranno fatto capire come ci sia il bisogno di tornare a quattro magistrati, ma personalme­nte non

penso che questa novità abbia avuto un ruolo decisivo». L’abbassamen­to a tre, infatti, «si è fatto sentire da subito, come da subito ci si è resi conto di come questo taglio sia stato quantomeno improvvido e avventato. Noi abbiamo sempre contrastat­o questa scelta e speriamo di poter riavere quattro giudici dei provvedime­nti coercitivi». Che i gpc siano «due, tre o quattro» per Sergio Morisoli, capogruppo dell’Udc, «non fa molta differenza. Quel che conta è che garantire la giustizia e il suo funzioname­nto è un compito

essenziale dello Stato». Quindi, se si capirà che con un ritorno a quattro gpc si riesce a garantire «più efficacia» ci sarà il nullaosta dei democentri­sti. «Ma non di soli gpc si deve parlare – insiste Morisoli –. Questo discorso riguardo all’efficienza della giustizia, vera cartina di tornasole della democrazia svizzera, deve essere applicato a tutti i suoi settori. Dove si riscontrer­à il bisogno di potenziare, si potenzi. Dove invece si ritiene di poter tagliare garantendo la stessa produttivi­tà si può tagliare».

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TI-PRESS Dal parlamento richieste per rivedere la misura di risparmio del 2016

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