L’hard Brexit sotto l’albero
Theresa May è tornata a Londra a mani vuote dal vertice con i capi di governo europei
Da Bruxelles la conferma che l’intesa già sottoscritta non è modificabile. Merkel concede un margine di trattativa, Macron no.
Bruxelles/Londra – Theresa May è tornata a Londra a mani vuote, e la “hard Brexit” si avvicina. Nell’incontro con i capi di governo dei 27 membri dell’Ue, la prima ministra britannica non ha ottenuto alcuna concessione, se non quelle della buona creanza. Non troppo buona, se è vero che lo scambio con Jean Claude Juncker è stato semmai caratterizzato da qualche asprezza. Il presidente della Commissione europea avrebbe accusato May di essere stata “nebulosa” nelle sue richieste a Bruxelles, che peraltro ha confermato l’indisponibilità a cambiare l’intesa già sottoscritta e non ancora approvata dai Comuni. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il cancelliere austriaco Sebastian Kurz (presidente di turno) hanno cercato di indorare la pillola: “Abbiamo trattato Theresa May col più grande rispetto, molto più di quanto facciano alcuni parlamentari britannici”. Sottolineando al tempo stesso l’importanza della dichiarazione politica consegnata nelle mani della first minister, in cui si puntualizzano lo scopo ed il funzionamento del “backstop”, il meccanismo di garanzia sulle frontiere aperte in Irlanda – motivo dell’impasse a Westminster – con l’impegno a fare di tutto perché non entri mai in vigore, ed eventualmente duri il meno possibile. Un salvagente gettato a May, che infatti vi si è aggrappata. “Conclusioni che hanno uno status legale. Il primo vero chiarimento sul backstop”, ha annunciato May, cercando di convincere Londra che il suo viaggio era servito a qualcosa. Sull’altra sponda della Manica, tuttavia, c’è chi sta davvero perdendo la pazienza, come Emmanuel Macron: “Il messaggio è chiaro, c’è un solo accordo, ormai le cose stanno nelle mani del parlamento britannico”, ha detto il presidente francese. Ma c’è anche chi, come la cancelliera Angela Merkel, sostiene che vi siano ancora spazi di manovra; o il premier Rutte che non esclude un nuovo vertice a gennaio, per esaminare una proposta britannica. La porta resta aperta, scrivono le agenzie, ma non è che una frase di circostanza. Visto il caos a Londra, e l’impasse sul backstop, che pochi leader europei credono davvero possa essere sbloccato, il vertice tra i capi di governo è stato anche l’occasione per accelerare sulla preparazione allo scenario peggiore, quello di una “hard Brexit”. Juncker ha annunciato per mercoledì prossimo la pubblicazione di tutte le informazioni necessarie per affrontare l’eventualità. L’avvertimento di Bruxelles è: non lasciamo May sola, ma tutti si preparino alla scenario peggiore. Il più probabile.