Orban contestato per la legge sul lavoro
Budapest – Da tre giorni la protesta occupa le piazze di Budapest. E forse questa volta Orban ha sbagliato i calcoli: dopo avere imposto all’Ungheria un controverso percorso legislativo che l’ha allontanata irrimediabilmente dagli standard europei del diritto (dalla giustizia alla libertà di stampa e di espressione, alla tutela delle minoranze, ultimo lo sfratto dell’Università George Soros), il premier si vede ora contestare la nuova legge sugli straordinari al lavoro. La mobilitazione è partita dopo che il parlamento ha approvato la modifica del Codice del lavoro, che eleva il tetto degli straordinari a 400 ore l’anno. “Una legge schiavistica”, hanno denunciato i sindacati. Certo, lo straordinario rimane volontario, ma la maggior parte dei dipendenti in Ungheria difficilmente può rifiutare la richiesta del datore di lavoro, se non vuole rischiare il licenziamento. I sindacati, pur deboli, sono riuscitati a mobilitare un buon numero di manifestanti, mentre in aula i partiti di opposizione hanno provato, facendo ostruzionismo, a bloccare la seduta. Hanno sbarrato la scalinata, e il presidente del parlamento, Laszlo Kover (Fidesz, il partito di Orban), ha dovuto far intervenire la polizia. Orban stesso è intervenuto nel dibattito, affermando che i sindacati sbagliano a rifiutarla, perché l’aumento degli straordinari sarebbe nell’interesse dei lavoratori. Che tuttavia non la pensano così. Secondo il sindacato, nella pratica le modifiche significano per i dipendenti una settimana da sei giorni, oppure oltre dieci ore quotidiane per cinque giorni. E dunque un aumento dello sfruttamento da parte delle grandi imprese, che trovano sempre più difficilmente lavoratori, anche in conseguenza dei limiti imposti all’immigrazione. La protesta ha però preso di mira anche l’istituzione dei tribunali amministrativi, votata giovedì. I nuovi tribunali, dipendenti dal Ministero della giustizia, con giudici nominati dal ministro fra ex funzionari statali, saranno competenti per tutti i reati contro lo Stato. Sinora si contano trenta feriti tra manifestanti e poliziotti.