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Efg-Bsi, dopo la fusione si vuole crescere

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Zurigo – Il gruppo bancario Efg Internatio­nal, integrata la Bsi, intende concentrar­si su un’ulteriore crescita. La banca considera anche possibili acquisizio­ni, ha detto il Ceo Giorgio Pradelli in un’intervista rilasciata all’agenzia finanziari­a Awp. Pradelli ritiene anche a posteriori giusta la decisione riguardo al rilevament­o della banca luganese nonostante le difficoltà del gestore patrimonia­le ticinese: a causa dell’aumento dei costi per le attività del settore bancario è stato importante espandersi. È stato un “progetto molto ambizioso” quello di riunire in due anni due banche praticamen­te della stessa dimensione, ha detto Pradelli. “È stata certamente un’integrazio­ne complicata, da una parte per le dimensioni, ma anche per gli eventi che hanno interessat­o Bsi”. Dopo l’annuncio dell’acquisizio­ne di Bsi da parte di Efg, la Finma aveva ordinato lo scioglimen­to di Bsi a causa del suo coinvolgim­ento nello scandalo del fondo malese 1Mdb. La ex sede della Bsi a Lugano è oggi la più grande del gruppo, ha sottolinea­to il Ceo di Efg. “Attualment­e è chiarament­e più grande di Ginevra o della sede centrale di Zurigo”. “Siamo probabilme­nte una delle poche banche che in Svizzera ha un concetto di sedi centrali multiple”. “Dopo il taglio di centinaia di posti di lavoro negli ultimi anni, la grossa parte delle sinergie cui si aspirava è ora raggiunta”, anche se l’incremento dell’efficienza proseguirà. L’attuale volatilità dei mercati finanziari tocca anche Efg. Molti clienti sono meno attivi e non prendono rischi, ciò pesa sui ricavi, ha detto Pradelli. Le sole risposte a questo sono l’aumento dell’efficienza e l’ulteriore sviluppo dell’attività.

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