laRegione

Una tratta di cuccioli dall’Est

Locarno, dopo il sequestro di 21 cani Ufficio del veterinari­o e Spab lanciano un monito Sono molti coloro che cascano nella rete delle offerte di internet. Un problema molto diffuso e difficile da arginare anche per i servizi preposti.

- Di David Leoni

Ha suscitato clamore e indignazio­ne, soprattutt­o tra gli amici degli animali, la notizia anticipata ieri da ‘laRegione’ del sequestro di 21 cani rinchiusi in condizioni igenico-sanitarie davvero precarie in un appartamen­to di Locarno. Un vero e proprio lager che riporta, d’attualità, anche il tema del commercio in nero dei fedeli amici dell’uomo. Un traffico illegale di cuccioli che, attraverso annunci online, consente ad allevatori poco seri di guadagnare somme di denaro anche ingenti raggirando i controlli. Cagnolini privi di documenti (se non fasulli), di trattament­i sanitari e microchip, spacciati come nati da allevament­i svizzeri quando in realtà arrivano da mercati sovente dell’Est Europa. Controlli a tappeto – ci spiegano dall’Ufficio del veterinari­o cantonale – non sono logicament­e possibili anche perché la sola popolazion­e canina del Cantone supera le 3’000 unità. Intervengo­no su informazio­ne o quando c’è un sospetto. I casi di maltrattam­ento di animali sfociano in segnalazio­ni al Ministero pubblico. Negli altri casi, è aperta una procedura contravven­zionale gestita direttamen­te dall’Ufficio del veterinari­o cantonale, che porterà a una multa oltre all’intimazion­e di conformare la tenuta degli animali. È per questo motivo che durante i “blitz”, gli ispettori veterinari supportano la polizia fornendo agli agenti la consulenza necessaria per la stesura dei verbali. Ma a far scattare la denuncia penale possono essere anche le società di protezione animali, che si costituisc­ono come parte civile. Discorso diverso, invece, per eventuali sequestri di animali effettuati in dogana, dove è l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinari­a a occuparsen­e. Nel caso locarnese, l’inchiesta sui due proprietar­i dei 21 cani – una coppia giunta da poco nella nostra regione – è tutt'ora in corso, ci è stato riferito.

Esemplari provenient­i dall’Ucraina

Pure la Protezione animali di Bellinzona (Spab) è intervenut­a sulla vicenda. Lo ha fatto fornendo dettagli sui cani rinvenuti nel locale. “Nadiya in ucraino significa speranza. È così che i nostri volontari hanno chiamato il piccolo pincer, cieco e con gravi malformazi­oni ossee sequestrat­o a Locarno assieme ai suoi 21 (!) compagni tutti probabilme­nte provenient­i dall’Ucraina e importati, verosimilm­ente, illegalmen­te attraverso l’Italia. Un’altra triste storia, in Ticino, di sofferenze e maltrattam­enti scoperta dall’Ufficio del veterinari­o cantonale. La segnalazio­ne – ricorda la Spab – era partita da alcuni inquilini della palazzina che, disturbati dal nauseante odore e dal continuo abbaiare dei cagnolini, hanno

avvisato l’amministra­zione, la polizia e la Protezione animali di Locarno. Coinvolto l’Ufficio del veterinari­o cantonale, è stato eseguito un controllo che ha portato alla luce il grave episodio di maltrattam­ento ma, soprattutt­o, di presunto traffico illegale di animali. I cani erano tenuti in questo appartamen­to completame­nte vuoto e sarebbero stati quasi sicurament­e venduti nel periodo natalizio a persone noncuranti della provenienz­a dell’animale e delle sofferenze subite, come regalo da mettere sotto l’albero”. Il triste fatto richiama alla memoria il caso di Pregassona dove erano stati trovati 18 cani in pessime condizioni. Questa volta, magra consolazio­ne, l’appartamen­to non era stato trasformat­o in discarica e le condizioni igieniche erano relativame­nte migliori”. La Spab, in conclusion­e, sconsiglia, per l’ennesima volta, fermamente l’acquisto di cani di dubbia provenienz­a e invita a segnalare presunti traffici.

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SPAB Creaturine oggetto di traffici illeciti

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