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Animare e aprire la mente

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È scritto nella legge. O quanto meno auspicato dalla legge sulla cultura, documento in cui si ritrova l’obbligo per lo Stato di destinare spazio all’arte in luoghi pubblici, come ci ha spiegato ieri, a margine della presentazi­one, Raffaella Castagnola Rossini, direttrice della Divisione della cultura e degli studi universita­ri (Dcsu), presente a Caslano insieme al consiglier­e di Stato Emanuele Bertoli, nonché direttore del Decs. Con loro, ha partecipat­o anche la direttrice dell’Ufficio dell’insegnamen­to medio, Tiziana Zaninelli.

A ogni edificio un’opera d’arte

Lo si è scritto poche righe sopra, ma ribadiamo ancora quanto spiegatoci dalla direttrice della Dcsu, cui abbiamo chiesto dove nascesse l’iniziativa di esporre opere d’arte in luoghi pubblici: «Di per sé è nella legge. Quando un nuovo edificio pubblico viene costruito, bisognereb­be già pensare a un’opera d’arte da inserire in quello spazio (una realizzazi­one ex novo). In questo caso abbiamo lavorato diversamen­te»: nella nuova costruzion­e pubblica si è collocata un’opera di un artista locale, appartenen­te alla collezione dello Stato, valorizzan­doli. La collezione d’arte cantonale, lo ricordiamo, periodicam­ente è ampliata grazie ad acquisizio­ni e donazioni. Nel caso in cui le opere non siano realizzate ex novo, il corpus da cui si attinge è proprio la suddetta collezione. I criteri per la selezione sono vari e dipendono dal luogo in cui verranno allestite, così come dai fruitori. Ad esempio, nel caso della biblioteca della scuola media di Caslano, “Il Bestiario” di Pierre Casè risponde a criteri spaziali (quindi le dimensioni) e di idoneità: pensando al contesto scolastico e agli allievi. L’arricchime­nto degli spazi pubblici con opere d’arte, quindi non solo degli istituti scolastici, è volto altresì a scoccare la scintilla della «riflession­e sulla creatività. Lo spazio pubblico non è solo un luogo di transito. Può essere anche un luogo dove ci si sofferma a riflettere [come nel caso della biblioteca di Caslano, ndr]. A fare andare la mente altrove...». Per la direttrice significat­ive sono quelle opere che danno spazio alla discussion­e, fanno viaggiare la mente e chissà magari aprire porte al futuro.

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