Agli Efa trionfa Pawlikowski
Ansa/Red
Il film che ha sbancato agli European Film Awards 2018 che si sono tenuti sabato sera a Siviglia è stato alla fine ‘Cold War’ del regista polacco Paweł Pawlikowski, cerchio d’amore melò bianco e nero che parte dalla Polonia tra le macerie della Seconda guerra mondiale. La pellicola si porta a casa ben quattro premi e tutti importanti, ovvero film, regia, sceneggiatura e attrice europea (Joanna Kulig). Misero il bottino svizzero: ‘Lazzaro felice’, coproduzione svizzera di Alice Rohrwacher in lizza per i principali riconoscimenti, riceve solo l’University Award e anche ‘Dene wos guet geit’ di Cyril Schäublin, a Locarno nel 2017 per Cineasti del Presente e candidato al premio della critica European Discovery, si è visto superare da ‘Girl’ di Lukas Dhont, intenso film passato a Castellinaria su un ragazzo che cambia sesso e vuole diventare una ballerina. Per il cinema italiano c’è Marcello Fonte con ‘Dogman’ di Matteo Garrone, oltre al premio del pubblico assegnato a ‘Call me by your name’ di Luca Guadagnino. La prima reazione di Marcello Fonte, abito scuro con fantasie di brillantini, è stata di stupore: “Ma come, ce n’erano tanti più bravi di me”, indicando peraltro Viktor Polster, protagonista di ‘Girl’. Miglior film animato europeo è risultato ‘Another Day of Life’ di Raul de la Fuente e Damian Nenow, tratto dall’omonimo libro del giornalista Kapuscinski. Non sono mancate durante la cerimonia degli Efa, da sempre molto sensibili alla realtà sociale, momenti squisitamente politici. Si fa un appello per il regista russo anti-Putin, Kirill Serebrennikov, autore di ‘Summer’, mentre Wim Wenders dice chiaramente al mondo del cinema: “Ora più che mai usate il potere dell’arte”. Infine, commozione e lunga ovazione per la grande Carmen Maura che ha ricevuto il premio alla carriera proprio dalle mani dello stesso Wenders. Da lei tante confuse parole, tra inglese e spagnolo, e poi il suo personale appello questa volta alle colleghe: “Non temete per il vostro corpo, non dovete esserne ossessionati”. Ed è stata ovazione anche per Ralph Fiennes, anche lui premio alla carriera degli European Film Awards. Da lui la preoccupazione del dibattito che divide la sua Inghilterra dall’Europa e il desiderio che il mondo del cinema abbia la sua voce politica.