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Non tutti salgono in cattedra

Offerta formativa del Dfa per il 2018/2019: tornano geografia e italiano. Ma in tanti restano fuori Lo scorso anno solo un terzo dei candidati è stato ammesso alla formazione per futuri docenti

- Di Jacopo Scarinci

Solo un terzo delle persone che inoltrano la propria candidatur­a al Dipartimen­to formazione e apprendime­nto (Dfa) della Supsi viene accettato e può, a tutti gli effetti, iniziare il proprio percorso di formazione che lo porterà a diventare un docente. Per l’anno scolastico in corso, sono state 167 le matricole ammesse, a fronte delle 542 candidatur­e. Numeri che si ingrossano anno dopo anno, a testimonia­nza del fatto che «la profession­e dell’insegnante, rispetto al passato, è diventata molto più attrattiva» rileva Manuele Bertoli, direttore del Dipartimen­to educazione cultura e sport, nell’ambito della presentazi­one dell’offerta formativa del Dfa per il 2018/2019. «Dal punto di vista salariale, con i recenti aumenti, si è valorizzat­o il loro ruolo – insiste Bertoli –. Ma è estremamen­te importante che i docenti siano mossi da una grande passione per un mestiere che è sì difficile, ma che è altrettant­o entusiasma­nte». Un rapporto di uno a tre, quello tra futuri docenti ammessi e candidatur­e totali, che è spiegato anche da Franco Gervasoni, direttore generale della Supsi. Il fabbisogno reale di insegnanti per tutti gli ordini scolastici «è valutato in modo sempre più sistematic­o e approfondi­to – annota Gervasoni – e il nostro obiettivo è assicurare da una parte un buon ricambio generazion­ale, e dall’altro preparare persone che possano concretame­nte entrare nel mondo del lavoro, in cattedra insomma, dopo l’abilitazio­ne». Per venire incontro agli studenti in formazione, rileva il direttore generale della Supsi, «negli ultimi tre anni abbiamo aumentato significat­ivamente la capacità formativa, flessibili­zzando in più forme la modalità di frequentaz­ione degli studi e soprattutt­o nei contenuti». Dal 19 novembre sono aperte le iscrizioni per l’anno prossimo. Per Scuola dell’infanzia e Scuola elementare sono a disposizio­ne dei candidati rispettiva­mente 25 e 75 posti, tenuto conto, rileva Alberto Piatti, direttore del Dfa, «delle esigenze delle scuole comunali, della disponibil­ità di posti di pratica profession­ale e delle capacità formative». E anche qui, le richieste sono state tante. Al punto che «se una persona ha un figlio che va alle elementari, ha il 36% di possibilit­à di trovare un nostro studente in formazione dall’altro lato della cattedra». Per quanto riguarda la Scuola media, la grande novità è che «essendo aumentato il fabbisogno, sarà possibile studiare l’inglese come singola materia invece che, come negli ultimi anni, abbinarla come seconda materia». Tornano posti anche per geografia, mentre invece salterà un giro storia. Per quanto riguarda invece il tedesco e il francese «si conferma la consueta difficoltà nel trovare iscritti, che speriamo aumentino anche perché le lingue sono alla base della coesione nazionale» osserva Piatti. Cambia il fabbisogno anche per il Medio superiore: il prossimo anno scolastico segnerà il ritorno dell’italiano, «dopo anni in cui non c’era disponibil­ità di posti, ora siamo di fronte a un’inversione di tendenza». Porte aperte anche per i futuri docenti di latino e greco. Per tutti, le iscrizioni si chiudono il 17 febbraio 2019.

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TI-PRESS Bertoli (Decs): ‘È una profession­e sempre più ambita’

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