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Un numero sul braccio

Identifica­ti dalla polizia con una cifra i migranti minorenni al confine tra Messico e Stati Uniti Lo zelo delle guardie speculare alla determinaz­ione di Donald Trump di separare i bambini dai genitori: ‘È il solo modo per fermarli’

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Washington – Un numero sul braccio dei bambini al confine tra Messico e Stati Uniti. Non tatuato, d’accordo, ma sufficient­e a evocare altri numeri su altre braccia, come ha rilevato il quotidiano israeliano Ha’aretz. Non per caso. Lo sbrigativo metodo della polizia di frontiera messicana per identifica­re i minori da accompagna­re al valico dove presentare la richiesta di asilo è stato filmato dalla Msnbc, e presto è divenuto materia per i media di ogni tipo e latitudine. Tanto più che di bambini si era tornati a titolare per la morte di una piccola guatemalte­ca di sette anni, l’8 dicembre, stremata dal lungo viaggio nel deserto. Lo zelo degli agenti del governo messicano fa d’altra parte il paio con le affermazio­ni di Donald Trump che continua a sollecitar­e la separazion­e delle famiglie come deterrente all’immigrazio­ne illegale. “Se non li separiamo arriverann­o molte più persone, i trafficant­i usano i bambini”, ha twittato il presidente, sostenendo che l’amministra­zione Obama aveva fatto di peggio. E se non bastasse la separazion­e, il Muro farà il resto. Ammesso che si costruisca, il Muro. Il braccio di ferro con i democratic­i, che rifiutano di votare in bilancio cinque dei 25 miliardi di dollari necessari a edificare la barriera lungo il confine, continua.“Faremo qualunque cosa necessaria per costruire il Muro”, ha comunque assicurato Stephen Miller, l’architetto della linea dura sull’immigrazio­ne, ribadendo che la Casa Bianca è pronta anche ad uno shutdown. I democratic­i hanno offerto un miliardo e 600 milioni, ma non per il Muro, bensì per rafforzare le recinzioni e la sicurezza del confine, lasciando al presidente la responsabi­lità di mandare a casa i dipendenti federali nelle feste natalizie. Che l’immigrazio­ne resterà il tema più caldo anche della prossima campagna presidenzi­ale sembrano confermarl­o le ultime mosse del deputato texano Beto O’Rourke, il volto più nuovo e promettent­e dei potenziali candidati democratic­i alla Casa Bianca. Beto ha visitato insieme ad altri colleghi una tendopoli a Tornillo con 2’700 migranti adolescent­i chiedendo all’associazio­ne no-profit che la gestisce di non rinnovare il contratto per una struttura temporanea che rischia di diventare una prigione permanente di bambini. Il padre della bimba morta l’8 dicembre ha infine contestato la versione delle autorità, secondo cui la figlia aveva camminato per giorni nel deserto senza mangiare e bere. L’uomo sostiene che durante il viaggio aveva mangiato e bevuto acqua potabile, e che appariva in buona salute prima di essere arrestata il 6 dicembre al confine col New Mexico.

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KEYSTONE Alla frontiera

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