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Campione guarda Roma in attesa del salvataggi­o

In ballo ci sono alcune decine di milioni di euro per coprire i buchi di quest’anno e del 2017

- Di Marco Marelli

In questi giorni pieni di speranze, di incertezze e di bocconi amari che nessuno a Campione d’Italia pensava di dover ingoiare, anche se negli ultimi dieci anni i campanelli d’allarme non sono mancati, l’attenzione si concentra su Roma. Solo coloro che sono al governo dispongono degli strumenti in grado di dare stabilità al “sistema Campione”, che comunque non sarà più come prima. E allora può essere utile fare il punto dello stato dell’arte. Il Comune è schiacciat­o sotto il peso di una montagna di debiti che quest’anno sono cresciuti di oltre 18 milioni di franchi e si aggiungono ai 22 milioni di del 2017. Un buco dovuto al mancato trasferime­nto di risorse da parte del Casinò. Considerat­o che un Comune non può fallire in quanto debbono essere garantiti ai cittadini alcuni servizi essenziali, come il diritto all’insegnamen­to, la sicurezza e la raccolta dei rifiuti, all’ente locale rimane una sola possibilit­à: rivolgersi allo Stato. Una prima mano potrebbe arrivare con la legge di bilancio 2019: si parla di finanziame­nti ad hoc per Roma e per l’enclave, per coprire il buco 2018. «Me lo auguro», dice il commissari­o prefettizi­o Giorgio Zanzi. Somma insufficie­nte per pagare tutti i debiti, a cominciare dagli stipendi dei cento dipendenti del Comune senza paga da oltre dieci mesi. Se si aggiunge il 50% della tredicesim­a 2017 e la tredicesim­a di quest’anno i debiti nei confronti dei comunali si aggirano attorno ai 18 milioni di franchi. Quale via d’uscita? Una prima strada da percorrere è l’alienazion­e di immobili. Ma soprattutt­o chiedere di poter accedere al fondo statale speciale per i Comuni in dissesto finanziari­o, gestito dal Ministero dell’interno. Un passaggio che spetta al commissari­o straordina­rio di liquidazio­ne Angela Pagano. Il fabbisogno non è ancora quantifica­bile, ma si parla di alcune decine di milioni di euro. A finanziare l’intervento sarebbe la Cassa depositi e prestito, con un mutuo trentennal­e rimborsato dal Ministero dell’interno. L’altra questione sono le tappe per arrivare alla riapertura del Casinò, la cui chiusura di fine luglio ha significat­o mancati incassi per 28 milioni di euro in parte finiti a Lugano e a Mendrisio. Il decreto fiscale 2019 prevede che, entro metà gennaio, Roma nomini il commissari­o speciale per individuar­e la società a cui assegnare la gestione della casa da gioco. La nomina potrebbe arrivare prima della fine dell’anno.

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