‘Mi sono portato dietro la testa’
Approdato in Appello il caso Iss-FaciliTi: fu concorrenza sleale? Aggiornata la sentenza
Ex direttore e key account manager dopo la condanna in Pretura penale continuano a dichiararsi innocenti: l’offerta milionaria per i servizi logistici a BancaStato fu ‘frutto di competenze e know-how non di un furto dati’
«Per fortuna, o purtroppo dovrei dire oggi davanti nuovamente a una Corte – ha evocato i fatti il key account manager – questa testa me la sono portata dietro». Riferimento chiaro, dunque, al suo passaggio da una società all’altra, la Iss prima e la FaciliTi poi, aggiudicatasi quest’ultima, nel 2013, un appalto milionario relativo ai servizi logistici a BancaStato (pulizie, posta interna, manutenzione stabile, ecc.), in precedenza detenuto dalla multinazionale. I due svizzeri, cinquantenni, colleghi alla Iss e soci per il 50% alla successiva società FaciliTi di cui sono anche fondatori, sono comparsi ieri nell’aula della Corte di Appello, a Locarno, dopo aver impugnato la sentenza sottoscritta dalla Pretura penale di Bellinzona lo scorso aprile che li condannava a una pena pecuniaria per concorrenza sleale (60 aliquote da 200 franchi per il capo e 30 aliquote da 260 per il collaboratore). La giudice Orsetta Bernasconi Matti li aveva giudicati colpevoli per aver sottratto e sfruttato dei particolari strumenti informatici di calcolo utilizzati alla Iss per formulare, dopo aver costituto la FaciliTi, una nuova offerta a BancaStato, portandoli a vincere l’appalto e a strappare così alla Iss un mandato a sei zeri. Pomo della discordia, anche nell’istruttoria andata in scena davanti alla presidente Francesca Verda Chiocchetti, affiancata dai giudici a latere Giovanna Canepa e Matteo Tavian, quello ‘strumento di calcolo’ che secondo l’accusa il capo area avrebbe copiato e dunque sottratto illegalmente alla società che stava lasciando per agevolare l’impostazione di una nuova offerta tramite la nuova società.
Fra strumenti e calcoli
L’accusa, rappresentata in aula da Maria Galliani, avvocato dell’accusatore privato, la Iss (assente infatti la procuratrice Fiorenza Bergomi) ha più volte puntato il dito contro quello strumento attraverso il quale – come rimarcato nella requisitoria mirante a chiedere la conferma della condanna in primo grado – «si è potuto disporre di un lavoro già fatto e dunque più comodo, tanto che venivano offerti i medesimi servizi con il medesimo personale». Di differente avviso la difesa, sostenuta dagli avvocati Goran Mazzucchelli e Massimiliano Parli. «La posizione dell’accusa è frutto di speculazioni e congetture – hanno rimarcato i legali nelle rispettive arringhe –. È stato preso per oro colato quanto esposto dalla denuncia penale». Evidenziato, in particolare, il ruolo chiave del manager, «un vero ‘scienziato’ nel suo lavoro, che non aveva certo bisogno di sottrarre file per imbastire un contratto i cui dettagli conosceva bene avendolo lui stesso redatto e curato per la Iss. Poteva, quindi, ben farne a meno». Perché allora copiò proprio quel file, insieme a tanti altri che però non hanno avuto una coda giuridica? «Semplicemente – è la risposta della difesa – per fornigli in futuro spunti e ispirazioni tanto da averlo archiviato nella biblioteca privata!». Per i due legali la strada è quella perciò dell’assoluzione, anche perché «più che una prova di utilizzo di quel file per elaborare l’offerta troviamo prove nel non utilizzo, tanto che un collega nei primi interrogatori dell’inchiesta affermò come FaciliTi e il manager in particolare avrebbe potuto presentare un’offerta semplicemente per il know-how raggiunto e senza informazioni esterne». Un caso, la cui sentenza verrà comunicata prossimamente alle parti e sarà in ogni modo destinata a fare giurisprudenza: quanto un ex dipendente può utilizzare informazioni acquisite presso un precedente datore di lavoro per ‘avvantaggiarsi’ in un nuovo mandato? Fino a dove è necessario tutelarsi dietro al segreto professionale e aziendale? Quanto è importante riservarsi dei diritti per la proprietà intellettuale? La sentenza, guardando magari al terzo grado, ci potrà sicuramente dire di più.