Biodiversità, la Supsi c’è
Anche la Scuola universitaria della Svizzera italiana (Supsi) – cui è stata assegnata come attività d’indagine il lago di Lugano – prenderà parte a un progetto di respiro europeo che coinvolge 12 partner appartenenti ad Austria, Francia, Germania, Slovenia, Italia e Svizzera. Si tratta di Eco-AlpsWater, progetto nato per integrare i tradizionali sistemi di monitoraggio delle acque di laghi e fiumi della regione alpina con un approccio innovativo basato sul sequenziamento del Dna ambientale di organismi acquatici. Tra gli obiettivi del progetto: conservare e valorizzare le risorse naturali nella regione alpina e, in tre anni, raggiungere un censimento della biodiversità lacustre e fluviale di oltre cinquanta corpi idrici. Uno degli assunti dal quale prende il via il progetto è che i piani di gestione delle risorse idriche devono affrontare sempre più spesso problemi legati alla perdita di biodiversità e all’invasione di specie esotiche, a causa dell’azione umana e dei cambiamenti climatici. Oltre all’impatto ecologico – osserva la Supsi in una nota stampa – queste alterazioni possono avere effetti negativi sulle attività ricreative e commerciali e sullo sfruttamento delle acque come fonte di acqua potabile. Il sequenziamento di nuova generazione del Dna ambientale – spiega la Supsi – insieme a potenti sistemi bioinformatici e tecnologie smart per l’automazione nell’elaborazione e archiviazione dei dati, permetteranno un’identificazione rapida e a basso costo degli organismi acquatici, dai batteri fino ai pesci, a partire da un piccolo campione d’acqua. L’innovativo metodo si propone di monitorare la biodiversità e lo stato ecologico delle acque, identificando le zone maggiormente sensibili, integrando i tradizionali sistemi di monitoraggio definiti nelle direttive europee e svizzere per la gestione delle risorse idriche. G.G.