Cocaina fermata sul treno Furti, pena di 900 franchi
Da un po’ non capitavano fermi di corriere della droga sul treno. È accaduto sabato pomeriggio, quando un trafficante è stato posto in manette. Un traffico di droga lungo l’asse Zurigo-Lugano è stato scoperto dagli inquirenti e si è concluso con un importante sequestro effettuato su un treno diretto in Ticino. Il blitz da parte delle forze dell’ordine è avvenuto poco prima che il convoglio arrivasse alla stazione di Lugano. Nello zainetto di uno dei passeggeri – un cittadino serbo incensurato – gli agenti hanno trovato una partita di circa 200 grammi di cocaina. La notizia, riferita ieri dalla Rsi, è stata confermata dal Ministero pubblico. Il cittadino serbo, difeso dall’avvocata Luisa Polli, è stato arrestato con l’accusa di infrazione aggravata alla legge federale sugli stupefacenti. Agli inquirenti l’indiziato avrebbe spiegato che avrebbe dovuto consegnare la droga in città, senza fornire tuttavia altri dettagli. E sarà ora compito dell’inchiesta – coordinata dal pp Roberto Ruggeri – dover risalire ai referenti della droga. Il giudice dei provvedimenti coercitivi si esprimerà a breve sulla carcerazione preventiva. Rubava beni di prima necessità: pane, formaggio, biscotti, frutta e verdura, un fornello elettrico. Un paio di mutande, un pullover, un paio di pantaloni. E si era messo a bivaccare nel cantiere di una società edile, tra il settembre e il novembre scorso. Protagonista, un trentenne milanese, incensurato fino a ieri, con problemi di natura psichica, comparso in aula per rispondere di danneggiamento, furto di lieve entità e violazione di domicilio. La Corte delle assise correzionali di Lugano, presieduta dalla giudice Manuela Frequin Taminelli, ha condannato l’uomo a una pena contenuta: 90 aliquote di 10 franchi l’una poste al beneficio della sospensione condizionale e una multa di cento franchi. L’avvocato di difesa, Costantino Castelli, ha richiesto e ottenuto la scarcerazione del suo cliente, il quale, lasciata ieri la detenzione preventiva (trascorsa alla clinica psichiatrica) ha detto che, una volta a Milano, sua città natia, si farà curare. «Perdere la libertà è stata un’esperienza dura», ha dichiarato l’imputato, il quale girava senza carta identità e sui mezzi di trasporto senza biglietto. G.G.