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‘Sono squilibrat­o, ma così è difficile’

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Quando gli chiediamo di dare un voto anche al proprio operato, Angelo Renzetti esita, poi spiega. «Ammetto di essere per certi versi un po’ squilibrat­o, perché ho le ambizioni che un presidente deve avere per la sua squadra, ossia di vederla vincere e di ottenere tutto quello che si può nello sport, ma allo stesso tempo non ho i mezzi per farlo, perché sono senza soldi. E senza soldi è un casino. Ho sempre tenuto duro e voglio ancora farlo, ma non nascondo nemmeno che un po’ di domande me le pongo quando alle partite arrivano 2’500/3’000 persone (in media 3’181, nettamente la più bassa di Super League, ndr). E sono arrivato alla conclusion­e che al di là dello stadio, delle infrastrut­ture e del resto – tra cui anche un presidente poco rappresent­ativo forse, posso metterci tutto quello che volete –, la gente da noi è legata ai risultati, ma a quelli importanti, altrimenti non avremmo portato tutta quella gente a Zurigo per la finale di Coppa Svizzera (circa 7’000 tifosi al Letzigrund nel 2016, ndr) o in piazza per la promozione dalla B (2015, ndr). È un po’ peccato, ma me ne sono fatto una ragione, piuttosto è un motivo in più per il quale sarebbe utile avere maggiori mezzi a disposizio­ne. Se in una città come Lugano, che rappresent­a la terza piazza finanziari­a Svizzera, ci si stringesse tutti attorno alla squadra, si potrebbero raggiunger­e grandi traguardi. Ma mi rendo conto che più che un augurio per il nuovo anno, questa è una chimera». Quanto al proprio voto, il ‘Près’ alla fine decide di darsi «un quattro, nella speranza che alla fine della stagione diventi un cinque...». In fondo, se lo meriterebb­e.

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TI-PRESS/PUTZU Numero 1 dal 2010

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