laRegione

A proposito del caso Segre-Quadri

- Di Gian Alberto Lotti, Giubiasco

Ho seguito con molto interesse quanto ha raccontato la Senatrice signora Segre, a proposito dei campi di concentram­ento nazisti in Germania durante l’ultima guerra mondiale, e le reazioni del signor Quadri per le scuse pubbliche dell’On. Bertoli alla senatrice italiana signora Segre a seguito di pubblicazi­oni del primo sui social media. Mi permetto, considerat­a la giovane età del signor Quadri, che sicurament­e non ha vissuto in prima persona quei terribili momenti. E allora mi è tornato alla mente un fatto: la mia famiglia, come tante altre, tramite la Croce Rossa ha ospitato per tre o quattro mesi una bambina, profuga italiana di Genova, che era veramente terrorizza­ta di tutto quanto ha vissuto in quel periodo nella sua città. Io ero un bambino, essendo nato nel 1939 e questo nefasto evento l’ho seguito con i miei genitori e questa piccola rifugiata ascoltando i notiziari mandati in onda da Radio Monte Ceneri. Erano momenti di vera paura per tutti noi e il nostro pensiero andava anche verso i nostri soldati che si trovavano in stato d’allarme alle nostre frontiere con gli Stati confinanti e ci chiedevamo quale futuro ci aspettasse. Ricordo che accompagna­ti da mia madre e da molte altre persone, ci si recava ogni giorno alla stazione Ffs di Giubiasco, nel luogo in cui i treni provenient­i dall’Italia, treni con vagoni del bestiame, carichi di prigionier­i che venivano deportati in Germania e che dovevano fermarsi in quel posto per dare la precedenza ai treni che venivano da Bellinzona a seguito del binario unico esistente a quel momento. Ebbene noi vedevamo solo mani e braccia che uscivano dai piccoli boccaporti dei vagoni e le voci imploranti dei prigionier­i ai quali passavamo pane, biscotti, cioccolato e tanto altro per fare in modo che questa povera gente ricevesse il necessario per sopravvive­re. Certo che di quel fatto come di altri nessuno ne parlava per il terrore che le milizie di Hitler invadesser­o il nostro Paese, perciò la Svizzera si è sempre detta neutrale e chiudeva gli occhi davanti a questo sconcio, per non dire peggio onorevole Quadri, lei è giovane e molto attivo in politica quello che le ho raccontato è la sacrosanta verità le potrei raccontare molti altri tristi ricordi di quei tempi e allora ritenga che le scuse del Consiglier­e di Stato Bertoli alla senatrice italiana Signora Segre siano un atto digiustizi­a nei confronti dei perseguita­ti dai tedeschi durante questa terribile guerra e non una questione di propaganda politica perché siamo in vicinanza delle elezioni cantonali e non vorrei credere che sia lei che dà sfogo al suo idealismo politico a farle fare queste figuracce di fronte ai cittadini e alle cittadine che hanno vissuto e visto tutto quanto. Le scuse dovevano venire non solo dal Cantone ma anche dalle nostre autorità federali, purtroppo in altre faccende affaccenda­te e non solo, ma non ne sono arrivate da nessuna parte, nemmeno da lei che si erge giudice su molti argomenti che riguardano la socialità in generale, perciò la prego, si riveda e cambi rotta, la gente osserva e tace ma al momento giusto non dimentica.

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