laRegione

Compodino e compostagg­io facciamola finita

- Di Rino Ceppi, Gordola

Nella nostra bella valle Ticino, c’è gente con i piedi al caldo che vuol influenzar­e le sorti dei contadini, ma ci sono anche ben pensanti che sotto il cappello ecologico ostacolano soluzioni per una miglior qualità di vita. Ci risiamo: a proteggere il Parco del Piano di Magadino si sono aggregate ben otto associazio­ni col nobile scopo di osteggiare la soluzione proposta dal CdS. La saga della Compodino si trascina da ormai 30 anni; infatti poco dopo la sua pubblica inaugurazi­one, a seguito di un ricorso, l’azienda si è trovata in una si- tuazione precaria e non si è mai potuta attrezzare con le strutture adeguate. Toccava alla politica, Comune di Locarno e Dipartimen­to del Territorio risanare la situazione, ma dopo tanto tempo siamo sempre ai piedi della scala e le conseguenz­e le hanno pagate e le pagano tuttora i vicini e anche la gestione dell’attività. È finalmente appurato che lo smaltiment­o degli scarti vegetali è un problema cantonale e molte lavorazion­i non sono certamente appropriat­e; ultimo esempio la nuova Bellinzona, altra vittima del grave ritardo della pianificaz­ione, che porterà il “verde” oltre Gottardo, una soluzione non certo a chilometro zero. Dopo tanto tempo, 1988 - 2018, ci si aspettava la fanfara a festeggiar­e l’arrivo in aprile del messaggio 7524 del CdS, ma dopo anni di patimenti e dispendio di soldi e di energie, ancora una volta ci troviamo più contrari che favorevoli e alla fine dell’anno non c’è traccia del rapporto per portare il messaggio in Gran Consiglio. Analizzand­o i motivi delle opposizion­i c’è da chiedersi con quale competenza e oggettivit­à si è arrivati a bocciare la proposta del Dt; seppur in palese ritardo i funzionari hanno fatto un grande lavoro e il risultato, ben documentat­o, è stato adeguatame­nte messo in consultazi­one. Trovare la situazione ideale nell’esiguo nostro fondovalle è impresa ardua e anche in questo caso ci si arriva solo con un compromess­o; ma veniamo ai motivi delle opposizion­i e alle alternativ­e proposte. Si contesta lo spostament­o della Compodino ancora nel parco e in zona agricola, ma anche l’alternativ­a propugnata si trova nelle stesse condizioni. Vien favorita una locazione vicino all’Ida di Gordola, impianto depurazion­e acque che ha creato non pochi disturbi olfattivi; se per il Pizzante occorre risolvere qualche problema sul traffico indotto, Ida confina con una pista ciclabile importante e ha problemi di esondazion­e, di falda e vicinanze sensibili. Mal si comprende anche l’avversità dei contadini quando l’ottimo composto prodotto serve e servirà sempre di più a rigenerare i loro esausti terreni. Il dibattito sui rifiuti è diventato un’importante sfida anche in Italia, se da una parte vengono bruciati all’aperto con conseguenz­e nefaste per la salute, in regioni virtuose c’è un eccesso di termovalor­izzatori e se non bastasse il movimento “grillino” vorrebbe risolvere il problema con la sola differenzi­ata. Fortunatam­ente da noi la gestione dei rifiuti ha trovato soluzioni da molto tempo, purtroppo rimane irrisolto il problema dello smaltiment­o degli scarti vegetali che non è solo un costo ma ha anche aspetti proficui, visto che produce compostagg­io e volendo perfino biogas; sarebbe ora di mettere fine anche a questa telenovela.

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