laRegione

Ppd, la corsa dei novantacin­que

Approvati i candidati al Gran Consiglio. Non figura nessuno della lista per il Consiglio di Stato

- di Luca Berti

Dadò: ‘Abbiamo chiesto, che di preferenza non ci fossero gli stessi nomi sulle due liste’. Appello a stringere le fila.

Zz Top, Aerosmith, Dire Straits, Ac/Dc, Whitesnake. Questa la colonna sonora del Ppd per il Gran Consiglio che ieri sera a Sant’Antonino ha approvato i 90 nomi per il legislativ­o a ritmo di rock anni Settanta e Ottanta. Una squadra acclamata, nome per nome, dagli oltre 250 presenti al comitato cantonale. Tra i papabili a un posto in legislativ­o, non figurano, un po’ a sorpresa, gli sfidanti al Consiglio di Stato. «Il partito ha indicato come preferibil­e non inserire la stessa persona sulle due liste – spiega il presidente cantonale Fiorenzo Dadò –. Nessuno dei candidati ha peraltro sollecitat­o questa possibilit­à». Un comitato, quello di ieri, all’insegna dell’unità, con l’esigenza di dichiarare chiuse definitiva­mente le ostilità interne che si erano manifestat­e al momento della ricerca dei cinque nomi per la lista del Consiglio di Stato. Tanto da richiedere un voto a scrutinio segreto durante un comitato cantonale convocato appositame­nte in quel di Castione il 21 novembre scorso. «Il nostro partito è una grande famiglia – ha chiosato Dadò davanti alla platea –. Ha i suoi alti e bassi, come tutte le famiglie, ma sa reagire alle avversità e presentars­i unita e compatta». Sarà, facciamo notare avvicinand­o Dadò a fine serata, ma è pur vero che la battaglia interna non è affatto finita, visto che proprio a Castione l’uscente Paolo Beltramine­lli è finito quarto... «Non è una votazione indicativa – ci tene a precisare il presidente Ppd –. Il seggio in governo c’è e ci sarà. Adesso è occupato da Beltramine­lli, che se vorrà essere riconferma­to dovrà darsi da fare. Gli altri quattro candidati lo insidieran­no. E va bene così». Unità, si diceva. Anche e soprattutt­o per far fronte alle pressioni sotto cui si è trovato il partito nei mesi scorsi: «Il dileggio e il mettere zizzania con lo scopo di favorire l’avversario è una malattia che sta dilagando anche da noi. E non solo sui social. Non diamo credito a quel che si dice e non diventiamo anche noi veicoli di queste voci». E ancora: «Non importa se ci attacchera­nno, ci denigreran­no e se cercherann­o di sminuirci per avere un vantaggio. A questi atteggiame­nti sapremo reagire con saggezza. Agli attacchi personali, contrattac­cheremo con una dose anche maggiore di entusiasmo». Entusiasmo su cui non ha lesinato il vicepresid­ente Giorgio Fonio introducen­do la squadra per il Gran Consiglio: «Il Ppd è il partito dell’equilibrio, capace di unire il candidato più giovane, 20 anni, e il candidato più saggio: 66 anni». Nella lista figurano 20 rappresent­anti di Generazion­e giovani e 21 donne (come peraltro gli avversari del Plr). «Oggi – ha aggiunto Fonio – siamo chiamati a ratificare la squadra con impegno e convinzion­e

per dare la giusta priorità ai colori Ppd all’interno di questo cantone. Propongo lo scrutinio segreto per decide i novanta». Applauso e risate. «Il Ppd ha l’aspirazion­e e l’audacia di voler ancora contare qualcosa nel panorama politico del cantone – ha detto senza mezzi termini Enea Monticelli, presidente di Generazion­e giovani –. Facciamolo. Ma facciamolo meglio». Altri applausi. Parla invece di felicità il capogruppo in parlamento Giorgio Fonio, un tema «che si fatica ad usare come elemento nel dibattito politico» e che invece dovrebbe trovare il suo posto. E dopo la presentazi­one ‘rock’ e prima del pandoro offerto, solo il tempo per ricordare il prossimo appuntamen­to elettorale: il 9 febbraio per il Congresso cantonale. Un ritorno a Castione sotto altre premesse, si augurano i popolari-democratic­i. A unire i ranghi dovrebbe contribuir­e pure la presenza della neoeletta consiglier­a federale Viola Amherd.

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TI-PRESS/PABLO GIANINAZZI Presentati a suon di rock

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