La crescita rallenta
Molti operatori hanno rivisto al ribasso le loro previsioni relative al Pil svizzero
Il prodotto interno lordo dovrebbe aumentare nel 2019 tra l’1,2% e l’1,8%. Travail.Suisse denuncia una mancata crescita effettiva dei salari.
La crescita economica elvetica rallenterà l’anno prossimo: quanto previsto ormai da tempo da numerosi economisti è stato ribadito ieri anche dalle stime aggiornate della Segreteria di Stato dell’economia (Seco), del Credit Suisse e del Centro di ricerche congiunturali del Politecnico federale di Zurigo (Kof). Stando alla federazione sindacale Travail.Suisse, malgrado questo rallentamento, la Svizzera si trova comunque in una congiuntura economica ottima, e denuncia quindi una mancata crescita effettiva dei salari. Le previsioni di crescita del prodotto interno lordo (Pil) sono state riviste al ribasso in modo particolarmente significativo dalla Seco: per il 2019 prevede una crescita dell’1,5%, a fronte del 2% stimato a settembre. Per quanto riguarda il 2018 il Pil dovrebbe aumentare ‘solo’ del 2,6% e non del 2,9%. Credit Suisse è invece un po’ più ottimista e ha lasciato invariate le sue previsioni: +1,7% per il 2019 e +2,7% per quest’anno. Dal canto loro, anche gli esperti interrogati dal Kof hanno leggermente rivisto al ribasso le loro previsioni: l’anno prossimo il Pil dovrebbe salire dell’1,6%
Casse malati e l’inflazione limiteranno i soldi a disposizione
e non del 1,7%, come previsto in settembre. Cala di un decimo di punto anche la prospettiva per il 2018, passando dal 2,7% al 2,6 per cento. I dati resi noti ieri si inseriscono in un quadro che vede quasi tutti gli operatori scommettere su una crescita compresa fra l’1,2% e l’1,8% per il 2019. Solo
l’istituto losannese Créa si smarca nettamente, prevedendo un +2,7%. Per quanto riguarda il 2020, i pronostici vanno dal +1,5% al +2,2%. L’esperienza insegna peraltro che più ci si allontana dai dati reali (gli ultimi disponibili sono del terzo trimestre, durante il quale vi è stato un calo a sorpresa dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti) e più le stime diventano ballerine e inaffidabili. Resta il fatto che tutti gli esperti economisti appaiono comunque convinti che nel 2019 l’economia svizzera si espanderà a ritmi meno sostenuti: è attesa una decelerazione delle esportazioni e mancherà il volano dell’immigrazione, che tanto aveva inciso sulla progressione del Pil negli scorsi anni. Non mancano inoltre i rischi. Se le controversie commerciali tra gli Stati Uniti e altre importanti aree economiche continueranno ad acuirsi, l’economia globale e il commercio mondiale potrebbero subire un rallentamento più marcato del previsto. Ne risentirebbero anche il commercio estero svizzero e le attività d’investimento delle imprese. In ogni caso, per Travail.Suisse, l’economia svizzera si trova in una fase di boom, visto che quest’anno la crescita del Pil si avvicinerà al 3%, a differenza degli anni 2016 e 2017 nei quali l’aumento è stato del 1,6%. Ciononostante i lavoratori non ne hanno beneficiato e non lo faranno nemmeno in futuro: nel 2019 gli stipendi di molti dipendenti aumenteranno fra lo 0,5% e l’1,5%, ma la ripresa dell’inflazione (circa l’1% nel 2018) e i costi della sanità faranno sì che numerosi lavoratori si troveranno in tasca meno soldi, ha precisato la federazione sindacale in un comunicato diffuso ieri. In sintesi: gli aumenti salariali saranno completamente divorati dal rincaro e dalla progressione dei premi di cassa malati.