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Un messaggio di vita e di speranza

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Lo spettacolo, come detto, è stato scritto per Helena e Goos. Ma c’è molto di Daniele Finzi Pasca: la fragilità, l’esclusione, la malattia. Quella malattia che sulla scena vediamo sconfitta ma che, nella realtà, due anni dopo il debutto di ‘Bianco su Bianco’ ha portato via Julie Hamelin Finzi, la compagna di Daniele. Eppure, tra i tanti aggiustame­nti di ‘Bianco su Bianco’, il finale è rimasto. «Quando c’è stato il funerale di Julie – spiega, con voce esitante per l’emozione, Helena – siamo arrivati con un aereo all’ultimo minuto e, quando Daniele ci ha abbracciat­i, la prima cosa che ha detto è stata: “Forse dobbiamo cambiare il finale”. Io stessa mi chiedevo se avesse ancora senso continuare a fare lo spettacolo». E poi? «È difficile da descrivere, perché in realtà non ne abbiamo mai parlato… ma dopo l’addio a Julie, è diventato chiaro, almeno per me, che dovevamo continuare, perché ‘Bianco su Bianco’ è uno spettacolo sulla vita, sulla speranza». Mentre lavoravamo allo spettacolo, continua Helena, Julie doveva ancora operarsi «ed è stata molto presente: praticamen­te tutti i giorni era con noi alle prove, una presenza che ha lasciato il segno». Lo spettacolo «è nato con la storia di Julie: lei ce l’ha dato e nessuno ce lo può togliere». Qual è, quindi, il messaggio di ‘Bianco su Bianco’? «Dare speranza anche in situazioni che forse non riusciremo a superare, perché abbiamo bisogno di trovare la forza per andare avanti, per tentare di tutto – come Daniele ha provato di tutto per salvare Julie, fino alla fine, fino all’ultimo secondo». Un messaggio che il pubblico, forse ancora di più dopo la morte di Julie, percepisce: «‘Bianco su Bianco’ dà tanta speranza a tanta gente: sono molti che poi vengono a parlarci». E qui Helena ricorda quando erano in tour in Messico subito dopo il terremoto che ha colpito il Paese lo scorso febbraio: «Erano tutti molto testi, molto tristi, perché è stata una cosa che ha toccato molto gli animi… e una famiglia ha viaggiato cinque ore per venire a vedere lo spettacolo, e ancora ci scriviamo».

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