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Il muratore dello Young Boys

Christoph Spycher ha costruito mattone dopo mattone gli attuali successi dei gialloneri: ‘Dominanti e spettacola­ri’

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Si dice che dietro a ogni grande uomo si nasconde una grande donna. Lo stesso vale nel calcio, dove dietro a ogni grande squadra si nasconde un grande direttore sportivo. E lo conferma l’ascesa avuta negli ultimi anni dallo Young Boys, capace la scorsa primavera di strappare il titolo al Basilea, dopo otto anni di dominio incontrast­ato e andato in vacanza domenica scorsa con ben 19 punti di vantaggio sui renani, secondi nella classifica di Super League. Un titolo in bacheca, atteso da 32 anni, uno che aspetta soltanto la conferma della matematica: il 2018, al di là della sconfitta nella finale di Coppa Svizzera contro lo Zurigo (2-1), è stato l’anno dello Young Boys. E di Christoph Spycher, l’uomo che dietro le quinte ha costruito, mattone dopo mattone, un gruppo che appare, al momento attuale, imbattibil­e, almeno in campo elvetico... «Nel 2017 abbiamo deciso di cambiare la filosofia del club – afferma l’ex nazionale elvetico –. Sono partiti alcuni giocatori in là con gli anni e ai quali era venuta meno la voglia di lottare. Abbiamo voluto creare una nuova dinamica con ragazzi pieni di energia. Ed era importante prendere giocatori estranei alla storia dell’Yb, giocatori che non portassero sulla pelle il marchio di chi non sa vincere le sfide decisive. Era importante sbarazzarc­i dell’etichetta di perdenti». Con Loris Benito, Kevin Mbabu o Djibril Sow, Spycher ha puntato su giocatori che all’estero non avevano riscontrat­o il successo sperato... «Non era nostra intenzione puntare sullo spirito di rivincita. Cercavamo piuttosto ragazzi che corrispond­essero a un profilo ben definito. È vero, certi avevano fallito all’estero, ma altri, ad esempio Fassnacht e Nsame, si erano illustrati in Super

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League. Ci concentria­mo soprattutt­o sul potenziale del giocatore, sullo sviluppo che riteniamo possa avere. E sulle qualità in quanto persona: il carattere riveste un’importanza primordial­e nella scelta finale». Anche la qualità del gioco espresso ha la sua importanza... «Nella scelta dell’allenatore senz’altro. Se negli ultimi tempi il pubblico ha riempito lo stadio è perché si è divertito a vedere una squadra spettacola­re. Era importante che il nuovo tecnico avesse la volontà di proporre un gioco offensivo: vogliamo essere dominanti e spettacola­ri nel contempo». Criteri che hanno portato Spycher a puntare su Gerardo Seoane... «Il profilo dell’allenatore che

volevamo era stato definito piuttosto in fretta. E sulla lista vi era un buon numero di nomi. Alla luce delle informazio­ni che arrivavano da Lucerna, Seoane era in cima alle preferenze. Ma non per questo poteva essere considerat­o quale prima scelta, anche perché in queste circostanz­e si stila una lista, non certo una classifica. Quando ci siamo incontrati faccia a faccia siamo riamsti colpiti dal modo in cui si è proposto, dalla sua capacità di comunicare. Aveva idee molto chiare sull’Yb. Certo, poteva trattarsi di una scelta coraggiosa, visto il pedegree non certo lussuoso di Seoane, ma in fin dei conti l’importante è essere convinti delle scelte fatte: noi lo eravamo e lo siamo tutt’ora». Seoane ha preso in mano una squadra reduce dal titolo nazionale. Un compito per nulla agevole... «Dall’esterno si poteva supporre che il gruppo fosse talmente forte da permettere a chiunque di arrivare e vincere. Ma non era così. Dopo la finale di Coppa ho capito che la squadra era vuota, occorreva ricaricare le batterie per far sì che fosse pronta a nuove sfide. Vincere un titolo è difficile, confermars­i ai vertici lo è assai di più. Seoane ha fatto un grande lavoro per permettere alla squadra di trovarsi là dove adesso si trova». Tra qualche settimana si aprirà la finestra invernale del mercato. E molti giocatori dello Young Boys saranno tentati dalle sirene estere... «Siamo senza dubbio disposti a cedere giocatori ai campionati più importanti, ma non abbiamo alcuna intenzione di lasciarli partire per somme ridicole. Se vengono a propormi 3-4 milioni per un giocatore chiave non li sto nemmeno ad ascoltare. Tutti devono capire che un giocatore dello Young Boys possiede qualità e giusta mentalità. I risultati lo dimostrano». Tradotto in parole povere, chi fosse interessat­o a Mbabu, Sow, Fassnacht o Ngamaleu (tanto per citare qualche nome) inizi a preparare il libretto degli assegni e si tolga dalla testa l’idea di andare a far compere al mercato delle svendite.

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