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‘Rinaturazi­one nel segno del dialogo’

Rinaturazi­one fiume Ticino: il Ccft risponde alle critiche sollevate dai contadini

- di Samantha Ghisla

Il Consorzio correzione fiume Ticino risponde alla presa di posizione critica dell’Unione contadini ticinesi sul progetto nei comparti Boschetti e Saleggi: ‘Li abbiamo coinvolti’.

Gli interventi previsti, viene sottolinea­to, non sono stati calati dall’alto ma prendono anche in consideraz­ione le necessità delle categorie attive sul territorio

Rendere più sicuro il fiume nel comparto Boschetti e Saleggi a Bellinzona è la priorità del progetto di rinaturazi­one commission­ato dal Consorzio correzione fiume Ticino (Ccft). Lo sottolinea interpella­to dalla ‘Regione’ il presidente Edgardo Malè in risposta alla presa di posizione critica dell’Unione contadini ticinese presieduta da Roberto Aerni inoltrata durante la fase di consultazi­one (vedi edizione di ieri). Malè difende innanzitut­to l’informazio­ne e il coinvolgim­ento dei vari attori attivi sul territorio circostant­e il fiume, come ad esempio i contadini, a cui il Ccft affitta i terreni golenali. Il progetto portato avanti dal Ccft con il sostegno del Dipartimen­to del territorio e della Città di Bellinzona è stato condiviso, dalla sua nascita nel 2014, durante una o due riunioni l’anno in seno al gruppo di accompagna­mento cui partecipa anche questa categoria, oltre a pescatori, Catef, Otr, Wwf, Pro Natura ecc. Aerni, aggiunge il presidente del Ccft, è inoltre stato aggiornato sullo stato dei lavori in qualità di membro della Delegazion­e centrale del Consorzio. Come sottolinea il capouffici­o Corsi d’acqua del Dt Laurent Filippini, il progetto non è una semplice proposta calata dall’alto, ma ha coinvolto vari enti proprio per raccoglier­e le singole necessità e promuovere il dialogo, come in effetti è avvenuto su alcuni contenuti. «Abbiamo avuto riguardo per tutti cercando di bilanciare o compensare eventuali disagi», afferma Filippini. È inoltre stato creato il sito www.ilmiofiume.ch dove trovare immagini, informazio­ni ed esempi concreti di altre rinaturazi­oni. Passando in rassegna i punti criticati dall’Uct, Filippini sottolinea ad esempio l’importanza di riportare il letto del fiume all’altezza di circa un secolo fa. Prima dell’erosione avvenuta nel corso degli anni, l’alveo centrale era in media di un metro più alto. «Il livello dell’alveo è importante per la sicurezza del fiume. Abbassando­si troppo cedono infatti gli argini sommergibi­li», spiega Filippini. Proprio per frenare in futuro l’erosione del fondo del fiume è prevista la posa dei massi criticati dai contadini. L’innalzamen­to dell’alveo sarà invece realizzato grazie alla posa di materiale. «Ma ciò non compromett­erà la sicurezza in caso di piene e, anzi, ci saranno conseguenz­e positive per la falda freatica sul Piano di Magadino», sottolinea Filippini. Il Ccft rassicura poi a proposito dell’argine (in parte già ceduto) che verrà demolito, spiegando che la sua funzione verrà sostituita dagli argini insommergi­bili che verranno realizzati. La criticata perdita di pascolo affittato a un contadino in zona Saleggina, viene poi spiegato, sarà compensata in parte con altri terreni. Questo comparto, aggiunge Malè, è peraltro pianificat­o per ospitare infrastrut­ture pubbliche (come il previsto nuovo ospedale) e non è una zona agricola. Per quanto riguarda il timore dei contadini che il previsto ponte ecologico di Gudo possa favorire l’arrivo degli ungulati nei campi, Malè e Filippini spiegano che in realtà il transito di questi animali avvie-

ne già nella zona, dove l’attraversa­mento si verifica sulla cantonale. Il corridoio faunistico è pertanto già esistente; il progetto intende piuttosto evitare incidenti e rendere più canalizzat­o il passaggio.

Fruizione, oltre alla sicurezza

Il capodicast­ero Territorio e mobilità della Città di Bellinzona Simone Gianini, spiega da noi contattato che il Municipio sostiene in maniera convinta il progetto di rinaturazi­one, già avviato prima dell’aggregazio­ne con il coinvolgim­ento dei Municipi di Bellinzona, Giubiasco, Monte

Carasso, Sementina e Gudo. «Da un lato permette di realizzare delle opere che aumentano la sicurezza del fiume. Dall’altro fa in modo che la popolazion­e possa fruire maggiormen­te di queste zone fluviali», sottolinea Gianini. Gli interventi, aggiunge, permettono di trasformar­e il fiume Ticino in un attrattore turistico ma anche di migliorare la qualità di vita dei residenti. Esempi positivi in tal senso vengono citati anche da Malè e Filippini, che fanno riferiment­o alla rinaturazi­one del fiume Linth nella Svizzera centrale, diventato un vero e proprio elemento aggregante per la comunità.

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Il progetto da 80 milioni di franchi trasformer­à così il corso d’acqua

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